Gli scaffali dei supermercati sono stati letteralmente svuotati nonostante il governo locale non abbia dato nessuna disposizione in tal senso
Ecco dove la gente si è già cautelata nel caso il conflitto tra Russia e Ucraina dovesse espandersi in altre zone del mondo.
Un film già visto che sembra riportarci indietro esattamente di 2 anni, quando agli albori della pandemia in Italia venivano presi d’assalto i supermercati. La paura di rimanere senza cibo e beni di prima necessità a causa delle restrizioni anti-covid era tanta. Diversi esercizi rimasero praticamente con gli scaffali e frigoriferi vuoti.
Stavolta a riportare alla luce il medesimo scenario ci ha pensato la terribile guerra tra Russia e Ucraina. A differenza di quanto si possa pensare, nonostante gli episodi in questioni siano capitati nei supermercati del Bel Paese, non sono gli italiani ad essersi allarmati preventivamente.
Scaffali supermercati svuotati: dove è accaduto e per quale motivo
Il fenomeno riguarda infatti gli svizzeri del Canton Ticino. Come è ben noto confina con il Nord Italia. Diversi cittadini elvetici piuttosto avvezzi nel rifornirsi in Lombardia e in Piemonte (visti i prezzi più bassi), hanno di fatto prosciugato i supermercati.
Ma come mai in Svizzera è così forte la paura del conflitto? Il tutto è frutto di un eccesso di cautela da parte della popolazione. L’ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) ha raccomandato di tenere delle scorte d’emergenza nel caso ci si dovesse avvalere dei rifugi antiguerra (derrate alimentari, 9 litri d’acqua per persona e i medicinali più importanti).
Nel paese sono presenti circa 365.000 costruzioni di questo tipo tra quelle di tipo pubblico e quelle che appartengono ai privati (che negli anni li hanno utilizzati come cantine o depositi). Sono inoltre disponibili 9 milioni di posti protetti per gli abitanti. In totale la copertura supera il 100%. Il che la dice lunga sulla sicurezza in Svizzera in caso di attacchi.
D’altronde essendo una nazione neutrale si è dovuta cautelare a dovere. In questo caso però sul sito dell’Ente sopracitato è specificato che allo stato attuale la popolazione non è tenuta ad adottare particolari misure di protezione.
Probabilmente la preoccupazione è aumentata quando tra il 3 e il 4 marzo durante la guerra è stata sfiorata la centrale nucleare di Zaporizhzhya nel parte meridionale dell’Ucraina. Ad ogni modo, in questa fase non c’è nessun motivo che giustifichi un andamento di questo tipo. La situazione va tenuta sotto controllo. Senza però generare allarmismi inutili.