Si è tenuta a Roma la manifestazione degli imprenditori balneari contro la riorganizzazioni delle concessioni demaniali marittime. Oltre 5000 persone presenti da tutta Italia
Sono intervenuti anche esponenti del mondo della politica, i sindacati di categoria e i sindaci di diverse località sparse da Nord a Sud.
Ha avuto un seguito strepitoso la manifestazione degli imprenditori del settore balneare indetta da Sib (Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio) e della Fiba (Associazione dei balneari Confesercenti).
Al raduno tenutosi a Roma in Piazza Santi Apostoli hanno preso parte oltre 5000 balneari provenienti da ogni località di Italia. Tanta la voglia di esprimere il proprio dissenso contro il disegno di legge sulla riforma delle concessioni balneari, ribattezzata “legge vergogna”.
Con questo provvedimento il Governo Draghi intende disciplinare la riassegnazioni delle concessioni demaniali marittime. Una volontà espressa in prima istanza dal Consiglio di Stato lo scorso novembre che ha annullato la proroga fino al 2033.
Posizione ribadita e per certi versi inasprita dal Consiglio dei Ministri del 15 febbraio 2022. Quest’ultimo ha sancito all’unanimità la volontà di procedere con l’emendamento al ddl sulla concorrenza, in linea con quanto chiede la Comunità Europea.
In pratica dal 1 gennaio 2024 le concessioni potrebbero essere messe a bando favorendo così l’ingresso di nuovi investitori. Al contempo, verrebbero comunque tutelati gli esercenti uscenti, in particolare coloro che negli ultimi 5 anni hanno fatto dell’attività balneare, la prima forma di sostentamento. Ciò però non basta a rassicurare chi per anni ha investito e fatto sacrifici per ottenere concessioni e permessi utili per poter svolgere l’attività.
Nella piazza gremite da striscioni, stendardi e bandiere dei sindacati di rappresentanza, si è elevato un solo unanime grido: “No alle aste”. È infatti questo lo spettro che aleggia sugli imprenditori del settore balneare. Laddove la legge dovesse essere approvata in parlamento correrebbero il serio rischio di perdere la concessione nel 2024.
Una battaglia che andrà per lunghe, per cui i diretti interessati venderanno cara la pelle. Ad affermarlo il presidente nazionale del Sindacato italiano balneari – Fipe Confcommercio Antonio Capacchione e il Vicepresidente del Sindacato italiano balneari- Confcommercio, Enrico Schiappapietra.
Quest’ultimo è intervenuto a margine dell’evento dopo gli interventi degli esponenti politici e di vari sindaci affermando: “Non siamo disposti a mettere a gara e perdere le nostre aziende per pagare il debito dell’Italia. Difenderemo il lavoro delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti”.