Il conflitto tra Russia e Ucraina ha avuto un impatto anche per quanto concerne i viaggi dall’Europa. Vediamo cosa è cambiato in termini di rotte e di costi
Per arrivare in alcuni territori sono previste delle tariffe più onerose e dei percorsi diversi e più lunghi volti ad evitare i luoghi del conflitto.
La guerra Russia – Ucraina sta generando delle gravi ripercussioni per tutta Europa. Oltre ad uno status di angoscia e malumore quotidiano, ne risente tutto il sistema economico di diversi paesi. Dall’aumento del gas ai costi maggiorati delle materie prime, fino all’aumento dei biglietti aerei per i viaggi dall’Europa.
Si combatte a terra, è vero. Ma nei cieli le no-fly zone hanno ripristinato il clima da guerra fredda. Il confinamento dello spazio aereo è dato da entrambe le parti: in primis dall’Europa che ha delimitato i confini ai voli russi e in seguito dalla risposta arrivata da Mosca.
Viaggi dall’Europa: rotte e prezzi causati dalla guerra
Tutto questo va a discapito delle compagnie aeree che sono state costrette a disegnare nuovi tragitti per determinate rotte, determinando un aumento di tempi e chilometri da percorrere che si traducono in grandi stangate per i passeggeri che sono costretti a sborsare cifre esorbitanti o, eventualmente, a fare delle rinunce.
La deviazione sulla Russia e la Siberia è un grosso danno, se si pensa che gli spostamenti tra l’Asia e l’Europa potrebbero durare fino a 5 ore in più, con un aumento di circa 300 euro a passeggero.
In alcuni casi, come per la compagnia finlandese Finnair, sono state ripristinate le rotte antecedenti al 1989, ovvero quelle utilizzate negli anni della guerra fredda.
Tra le tratte modificate ci sono: Helsinki – Bangkok, che passa da 10 ore e mezza a 12 ore e 40; Tokio – Londra che dalle 12 ore e un quarto iniziali si è passati alle 15 ore e 20; Helsinki – Tokio che da 9 ore si è passati a 12 ore e quaranta.
Ovviamente, anche per l’Italia ci saranno conseguenze inevitabili, soprattutto per i voli verso l’Asia, dato che allungare le tratte con giri diversi corrisponde ad un consumo maggiore di carburante e infine a costi decisamente più alti.