Pensioni, occhio al cedolino di marzo: importanti cambiamenti in vista

Occhio al cedolino di marzo, in quanto si registreranno delle variazioni sulle pensioni. Entriamo nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Anche a marzo 2022, ovviamente, verranno erogate le pensioni che porteranno con loro degli importanti cambiamenti per quanto concerne gli importi.

pensione cedolino marzo 2022
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Alimentazione, prodotti per la cura della casa, bollette e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero tante le spese con cui dover fare i conti e che hanno un impatto non indifferente sul bilancio famigliare. Una chiara dimostrazione di come i soldi, pur non garantendo la felicità, si rivelino essere utili in diverse circostanze.

Proprio in tale ambito, pertanto, a rivestire un ruolo importante sono il lavoro prima e la pensione poi, in quanto ci consentono di attingere alla fonte di reddito necessaria. Ebbene, soffermandosi sulla pensione, interesserà sapere che sono previsti degli importanti cambiamenti a partire da marzo. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Pensioni, occhio al cedolino di marzo: tutto quello che c’è da sapere

A partire dall’impatto negativo del Covid fino ad arrivare al preoccupante aumento dei prezzi sono davvero tanti, purtroppo, i fattori che hanno un’influenza negativa sul bilancio famigliare e che vanno a ridurre il nostro potere di acquisto. Proprio in tale ambito, pertanto, non stupisce il grande interesse verso le varie fonti di entrate economiche, tra cui proprio la pensione.

Soffermandosi su quest’ultima interesserà sapere che sono previsti degli importanti cambiamenti a partire dal cedolino di marzo 2022. In particolare l’Inps, attraverso una nuova circolare, ha reso noto che gli importi cambieranno in seguito all’aggiornamento delle tabelle relative ai massimali di retribuzione e delle fasce pensionabili.

Entrando nei dettagli l’istituto di previdenza ha reso noto attraverso la circolare numero 33 del 28 febbraio 2022 le modalità di aggiornamento e fornito indicazioni proprio in merito all’adeguamento degli importi in base ai nuovi parametri. Soffermandosi sulla perequazione dei trattamenti pensionistici ricordiamo che la percentuale da prendere in considerazione è, a partire dal 1° gennaio 2022, pari all’1,7%.

Per i due primi mesi dell’anno, però, l’istituto di previdenze ha “utilizzato l’indice di  perequazione disponibile al 15 ottobre 2021, pari all’1,6%“. A marzo, quindi, verranno pagati gli arretrati, in modo tale da adeguare i trattamenti pensionistici considerando la percentuale dell’17%. Quest’ultima inoltre, è bene sottolineare, è una rivalutazione provvisoria, con l’Istat che ha inseguito certificato un tasso di inflazione definitivo nel 2021 pari all’1,9%.

Una percentuale che si rivela essere più alta rispetto all’1,7% utilizzato per calcolare gli adeguamenti dei trattamenti pensionistici. Per questo motivo, a partire dal 2023, le pensioni registreranno un aumento dello 0,2% con conguaglio degli arretrati.

Pensioni, importi minimi e massimi: ecco cosa cambia

Come già detto, è stato reso noto che la variazione percentuale ai fini della perequazione automatica delle pensioni, calcolata dall’ISTAT, è pari all‘1,90%. Proprio quest’ultimo, quindi, si rivela essere l’indice di perequazione automatica da applicare alle pensioni per l’anno 2022 in via definitiva.

Tale percentuale determinerà la rivalutazione 2022 anche degli importi. Sempre in base a quanto si evince dalla circolare, infatti:  “Per le pensioni con decorrenza nell’anno 2022 le procedure di liquidazione delle pensioni sono state aggiornate sulla base delle nuove fasce di retribuzione e di reddito pensionabili rideterminate con l’applicazione della predetta percentuale di perequazione automatica dell’1,90%”.

Sempre come ricorda l’istituto di previdenza sociale, inoltre, è stato aggiornato anche il massimale di retribuzione imponibile, utilizzato per il calcolo del contributo di solidarietà. Ovvero: “Sulla base del trattamento minimo di pensione per l’anno 2022, quale risulta con l’applicazione dell’aumento di perequazione dell’1,90% (525,38 euro mensili), con la citata circolare n. 15/2022, si è proceduto alla determinazione del minimale retributivo per l’accredito dei contributi ai fini del diritto a pensione“.

Il trattamento minimo a partire dal 1° gennaio 2022, comunque, continua ad essere erogato tenendo in considerazione la perequazione automatica dell’1,70%, salvo conguaglio in sede di perequazione per l’anno seguente.

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