Il pagamento in contanti delle fatture può portare a spiacevoli conseguenze. Occorre conoscere le direttive del Fisco per non commettere fatali errori.
Pagare in contanti è un’azione che il Governo sta mettendo sempre di più al bando in un’ottica di contrasto all’evasione fiscale. Gli italiani dovranno adattarsi al cambiamento o rischieranno grosso.
La lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro è diventata una priorità nella nostra nazione. Negli ultimi stiamo assistendo ad una morsa sempre più stretta del Fisco nei confronti dei contribuenti al fine di identificare chi evade le tasse e priva lo Stato di ingenti entrate. A “rimetterci” in questo contesto sono tutti i cittadini, non solo i truffatori. Errori e distrazioni possono diventare armi nelle mani del Fisco con cui iniziare una serie di verifiche e controlli che potrebbero sfociare in sanzioni e provvedimenti. L’attenzione ai dettagli deve sempre rimanere alta soprattutto quando si parla di uso dei contanti.
Il Governo sta spingendo l’utilizzo del contante alla deriva incentivando l’uso di mezzi di pagamento tracciabili. Per ottenere alcuni bonus e agevolazioni, facciamo l’esempio del Superbonus 110%, occorre presentare all’interno della documentazione tutte le fatture pagate rigorosamente tramite carte di credito, bonifici o assegni pena la mancata concessione della misura.
Conoscere queste indicazioni è fondamentale per non perdere occasioni di risparmio ma allo stesso tempo avere dimestichezza con le direttive fiscali consentirà di non commettere errori evitando i controlli del Fisco. Per quanto riguarda il pagamento in contanti è fondamentale sapere qual è il limite massimo da non superare in fattura. Si tratta di 999,99 euro.
La normativa stabilisce che dallo scorso 1° gennaio 2022 il limite massimo da non superare per poter pagare una fattura in contanti è di 999,99 euro. Si è abbassato, dunque, rispetto l’anno precedente quando toccava quota 2 mila euro. Ora, per pagamenti dai mille euro in su occorrerà utilizzare esclusivamente mezzi di pagamento tracciabili, i già citati bonifici, carte di credito e assegni. In questo modo ogni transizione sarà regolarmente registrata e il Fisco potrà verificare i movimenti di denaro escludendo la possibilità di evasione o truffe ai danni dello Stato. Parlando dei bonifici occorre aprire una breve parentesi per ricordare di prestare attenzione alla causale inserita. Dovrà indicare chiaramente il motivo di passaggio di denaro senza generare alcun dubbio sulla transazione di soldi.
Ritornando al limite di 999,99 euro occorre sapere che infrangendolo si incorrerà in sanzioni dall’importo variabile. Si stima un range compreso tra un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 50 mila euro. In caso di omessa segnalazione, invece, la multa prevista ha un importo variabile tra 3 mila e 15 mila euro.