Green Pass, se ti serve lo puoi comprare: ma a quale prezzo?

Un’inchiesta della procura di Termini Imerese ha portato alla luce il commercio di Green Pass  in grado di eludere i controlli di verifica

Tra indagati ed acquirenti la rete delle false certificazioni è piuttosto ampia. Le vendite avvenivano su Telegram, già utilizzato in passato per operazioni analoghe.

Green Pass
Fonte Adobe Stock

La necessità di disporre del Green Pass per compiere la maggior parte delle attività quotidiane, ha portato molte persone non propense a vaccinarsi a cercare delle vie alternative.

Naturalmente sono tutte da considerarsi illegali. Gli unici due modi per conseguire la certificazione verde rafforzata sono il completamento del ciclo vaccinale e la guarigione dal covid-19. 

Quindi è bene rammentare che ricorrere a qualsiasi altro escamotage, significa sfociare nella trasgressione e in rischi piuttosto importanti.

Falsi Green Pass: come avvenivano le vendite e a quale prezzo

Uno degli ultimi casi in ordine di tempo è quello relativo alla produzione di falsi Green Pass. La vicenda è venuta alla luce grazie all’accurata investigazione della procura di Termini Imerese (provincia di Palermo), affidata alla polizia giudiziaria. 

Le indagini compiute finora hanno portato alla scoperta di una presunta organizzazione criminale specializzata nel commercio online di false certificazioni anticovid in grado di superare i normali controlli di verifica. 

Le vendite avvenivano tramite Telegram, su cui già in passato erano avvenute manovre simili. Il prezzo per ogni pass rafforzato e personalizzato era di 300 euro, il che rende l’idea sul giro d’affari prodotto. Per aggirare la rete di controlli era richiesto il pagamento in criptovalute. Chi acquistava un numero di lasciapassare più elevato poteva usufruire dello “sconto famiglia”.

Gli indagati al momento sono 25 mentre gli acquirenti sono stati rintracciati in 15 province sparse sull’intera penisola. Nel dettaglio sono Roma, Aosta, Cremona, Cosenza, Lucca, Caltanissetta, Bari, Olbia, Salerno, Mantova, Treviso, Palermo, Bologna, Venezia e Agrigento.

Le perquisizioni avvenute in ambito nazionale hanno permesso di sequestrare Green Pass cartacei, circa 30 dispositivi informatici dove erano conservati i certificati in formato digitale. 

L’operazione è in continuo divenire. Gli investigatori devono ancora ispezionare alcuni dispositivi telefonici oltre che dei conti correnti italiani utilizzati per il transito dei pagamenti ricevuti in cambi dei Green Pass. 

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