Sposarsi in Comune implica di dover sostenere alcuni costi, comunque ridotti rispetto al matrimonio con rito religioso: la guida.
Quella di sposarsi in Comune è una scelta sempre più diffusa tra le coppie, giovani e meno giovani. Ed a favore della relativa procedura vi sono degli indubbi vantaggi di carattere economico e ridotte formalità burocratiche.
Come riportato dai dati Istat più aggiornati, nel corso del 2020 la pandemia ha spinto molte persone a posticipare o annullare alle nozze. I matrimoni celebrati in Italia sono stati il 47,4% in meno rispetto al 2019. In diminuzione in particolare le nozze con rito religioso (-67,9%) e i primi matrimoni (-52,3%). Ed in calo significativo sono anche le prime nozze tra giovani.
L’Istat ha puntualizzato altresì che: “Per i primi nove mesi del 2021 i dati provvisori indicano, rispetto allo stesso periodo del 2020, un raddoppio dei matrimoni, ma la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente”. Scendono anche le unioni civili tra partner dello stesso sesso, le separazioni e i divorzi.
Si tratta di percentuali comprensibili, anche alla luce del fatto che sposarsi presenta significativi costi da sostenere. Qui in particolare intendiamo soffermarci su quanto lo sposarsi in Comune vada a gravare dal punto di vista economico sui futuri marito e moglie. Ma daremo anche varie utili informazioni circa gli step burocratici da rispettare per il matrimonio civile. Ecco tutti i dettagli in proposito.
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Lo abbiamo appena accennato: negli ultimi anni, la pandemia di coronavirus, combinata alle restrizioni per ragioni di tutela della salute, ha comportato il rinvio del matrimonio per moltissime coppie. E non sorprende dunque che tutto il sistema che ruota intorno all’organizzazione di un matrimonio abbia subìto grosse perdite.
Per quanto riguarda, nello specifico, i costi legati allo sposarsi in Comune, possiamo affermare che in generale, sono in gioco costi minori rispetto alle nozze in chiesa. Inoltre, non bisogna dimenticare che hanno altresì rilievo le tariffe applicate dal Comune e dal luogo in cui si svolge la cerimonia.
Ecco perché non sorprendono i dati degli ultimi anni, che indicano un vero e proprio boom dei matrimoni con rito civile: la decisione di sposarsi in Comune è per le giovani coppie una scelta ormai assai diffusa, anche in quanto consente loro di poter convolare a nozze molto più velocemente – e con un risparmio notevole – rispetto ad un matrimonio tradizionale in chiesa.
Attenzione però: il matrimonio con rito civile non può essere celebrato in ogni luogo, ma soltanto nelle sale comunali o nelle strutture che hanno una convenzione ad hoc con il Comune. Conseguentemente va pagato l’affitto della location.
Insomma, se è vero che non optando per il rito religioso, si risparmia, è altrettanto vero che bisogna mettere comunque in gioco qualche costo. Tuttavia si tratta di spese sostenibili anche da parte di chi ha ridotte disponibilità economiche.
Sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbio: in caso di matrimonio con rito civile, gli oneri burocratici da pagare per sposarsi in Comune sono soltanto quelli relativi alle marche da bollo da applicare alla documentazione.
Nel dettaglio, le spese sono le seguenti:
Inoltre, se il matrimonio si svolge in un Comune differente da quello degli sposi, sarà necessario chiedere il trasferimento di tutti i documenti al Comune dove si svolgerà la celebrazione.
Come abbiamo accennato sopra, occorre anche considerare la necessità di una sala comunale, per la quale occorre pagare l’affitto, incluso tra un minimo di 100 euro e un massimo di 400 euro. Sui fattori che influiscono sul costo, vi è anche la scelta del giorno, giacché sposarsi in Comune di sabato di solito implica un aumento del prezzo.
Da sommare altresì il costo pari a 0,26 in caso di scelta favorevole al rilascio del libretto internazionale di famiglia. Ricordiamo che il libretto internazionale di famiglia consiste nel documento che include gli eventi che attengono ai componenti del nucleo familiare, vale a dire matrimonio, nascita figli e morte degli sposi. Di fatto, detto libretto sostituisce la certificazione di stato civile.
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Le giovani coppie potranno domandarsi qual è il percorso da compiere al fine di sposarsi in Comune, ma rispondere non è complesso. Ebbene, coloro che vogliono un matrimonio con rito civile, debbono anzitutto presentare richiesta di pubblicazioni all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza di uno dei due futuri sposi.
Detta richiesta:
I futuri sposi devono presentarsi congiuntamente all’Ufficiale dello stato civile per sottoscrivere la richiesta, che deve contenere specifici elementi quali in particolare:
Detto step è fondamentale per il completamento di tutto l’iter del matrimonio con rito civile.
Di seguito toccherà al ruolo dell’Ufficiale citato il quale, insieme a tutti i dati personali degli sposi:
Dopo la redazione, l’atto di pubblicazione è esposto (online) per 8 giorni consecutivi nell’albo pretorio. In detto periodo ogni soggetto che sia a conoscenza di motivi ostativi alla celebrazione del matrimonio, è obbligato a informarne le autorità.
Da notare che in ipotesi specifica di matrimonio civile, le nozze possono essere celebrate 4 giorni dopo l’avvenuta pubblicazione.
Attenzione in particolare a queste norme vigenti, ed applicate a chi intende sposarsi in Comune: il matrimonio dovrà avvenire in modo tassativo entro 180 giorni dalle avvenute pubblicazioni. Ne consegue che, laddove passi più tempo e il matrimonio non sia ancora celebrato, la pubblicazione sarà da ritenersi nulla e sarà necessario ripartire dall’inizio con l’iter.
Sopra abbiamo parlato dei costi necessari a sposarsi in Comune, ma oltre a questi obblighi, per le coppie è necessario rispettare anche alcuni doveri di ambito burocratico, riguardanti il possesso di determinati documenti.
I futuri marito e moglie dovranno infatti possedere:
Se per i primi due documenti non vi sono particolari dubbi circa la funzione, occorre chiarire in che cosa consiste il terzo documento appena menzionato. Ebbene, esso altro non è che una certificazione che va richiesta presso l’ufficio anagrafe del Comune di residenza. Essa include le informazioni sulla propria cittadinanza, sulla residenza, sullo stato di famiglia e sullo stato civile.
Per quanto riguarda i cittadini stranieri, il Codice Civile dispone che producano:
Invece, per quanto attiene ai cittadini stranieri che non risiedono nel nostro paese, si procede direttamente al matrimonio con rito civile, su produzione del nulla-osta rilasciato dall’autorità straniera.
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Vediamo infine come di fatto si celebra il matrimonio in Comune. Ecco i punti principali: