Sono già diverse le forze militari italiane pronte a intervenire qualora fosse necessario. Ma quanto prendono di stipendio? Tutte le cifre.
In questi giorni si stanno facendo i conti su quante forze militari saranno impiegate in direzione del conflitto ucraino. Gli annunci del Presidente del Consiglio e di Enrico Letta danno l’idea della mobilitazione in atto. Sale la preoccupazione, e in tanti si chiedono che pieghe prenderà questo conflitto, se verremo coinvolti direttamente, se c’è davvero la possibilità di dover affrontare la Terza Guerra Mondiale.
L’Italia, si sa, non è un paese guerrafondaio, e come ci ricorda la Costituzione “… ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Di fatto, il Governo italiano è pronto a stanziare fino a 80 miliardi per la difesa militare.
Al momento i nostri militari sono dislocati in zone strategiche in area NATO. Non vi sono ovviamente disposizioni di superare i confini ucraini, perché lo scopo è quello di “rafforzare e innalzare le prontezze operative degli assetti e incrementare la partecipazione alle attività operative e esercitative“, come dichiara apertamente il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
Il dispiegamento si trova per lo più nei Paesi Baltici, in Romania e Ungheria, con almeno 240 militari in Lettonia dotati di 135 mezzi terrestri. In Polonia si è da poco conclusa l’operazione Ajax Strike, volta a dare protezione alle popolazioni di confine. In Romania, 140 militari italiani sono operativi per proteggere lo spazio aereo del Paese. Si tratta di uomini e donne dell’Esercito, della Marina Militare e dell’Aeronautica ma anche di centinaia di Alpini e Bersaglieri che, come sottolinea il Presidente Draghi, “vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea“. Draghi si rivolge anche a Guerini, ringraziando le forze impiegate “per la loro prontezza e preparazione“.
Immaginare i nostri soldati “al fronte” riporta l’animo a sentimenti di angustia, preoccupazione e paura. I militari sono figure che rimangono quasi sempre nell’ombra, in tempo di pace. Ma il loro impegno comincia fin da quando si arruolano, e imparano ad agire tempestivamente in caso di necessità. Come sappiamo, in Italia il servizio di Leva obbligatorio è stato abrogato nel 2004. Sono tanti i giovani, però, che votano la loro vita alla salvaguardia degli altri ed entrano nelle forze militari come volontari.
Sono diverse le Forze in cui è possibile prestare l’opera: non solo Aeronautica, Marina o Servizio terrestre, ma anche Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri, e anche la Croce Rossa. In Italia, ad oggi, sono circa 340mila le persone che indossano una divisa. Più nello specifico, quasi 100mila nelle Forze Armate dell’Esercito, 30mila nella Marina Militare, 40mila impegnate in Aeronautica, e 160mila circa tra Arma di Carabinieri e Guardia di Finanza.
Per capire quanto viene pagato il loro impegno e sacrificio, possiamo andare a controllare la Spesa per la Difesa effettuata negli ultimi anni. Siamo all’1,15% del Pil, che è una percentuale ben al di sotto della soglia prevista dalla NATO, che è del 2%.
La vita di un militare è costellata di impegni e sacrifici ma anche di soddisfazioni e possibilità di carriera. La carriera però è davvero difficile e caratterizzata da passaggi gerarchici molto rigidi e difficilmente affrontabili da tutti. Inoltre i compensi sono davvero bassi, se rapportati anche ai rischi che i militari affrontano ogni giorno.
Un volontario appena entrato, infatti, porta a casa solamente 800€ lordi mensili. Per passare di grado ci vuole una discreta quantità di tempo e anche a livelli superiori come tra i Caporali troviamo compensi di 17-19 mila Euro lordi all’anno. Solo chi diventa Sergente può arrivare anche ai 24.000€ annui, così come un Tenente (24mila), un Capitano (25mila) o un Tenente Colonnello Maggiore, che arriva a percepire fino a 26.000€ lordi all’anno.
Va detto però che sono previsti bonus, indennità e gratificazioni, nonché aumenti in caso di missione all’estero. In questi casi infatti, un militare può percepire dai 2 ai 4 mila Euro aggiuntivi in busta paga, a seconda del Paese dove viene inviato. È anche vero che lo stipendio cresce proprio in base al maggior pericolo intrinseco nella missione.
Sicuramente, nessuna cifra può ripagare la dedizione e il rischio di morire che corre ogni giorno un militare appartenente a qualsiasi Forza. Chi si impegna in questa direzione, lo fa per vocazione, per spirito innato di bontà e sacrificio. Non possiamo quindi che limitarci a ringraziare e ad ammirare chi impiega tutte le proprie energie per proteggerci.