La guerra tra Russia e Ucraina causerà conseguenze su più livelli. Oggi analizzeremo l’influenza sui costi dei prodotti e gli aumenti previsti nei supermercati.
Putin ha attaccato l’Ucraina spiazzando l’Italia e l’Europa su più fronti. Le conseguenze si faranno sentire anche nel settore energetico e alimentare.
Mettendo da parte le conseguenze più tragiche di un conflitto in termini di perdita di vite umane, occorre soffermarci su altri effetti della guerra tra Russia e Ucraina. Parliamo di contraccolpi che destano preoccupazione sul fronte del settore energetico e su quello alimentare. Nello specifico si ipotizza un aumento dei prezzi di tanti prodotti che andrà ad affiancarsi alle nere previsioni legate ai rincari del costo del gas. Le immagini viste alla televisione e sui social diventeranno ancora più reali quando toccheremo con mano le conseguenze di un evento che tutti noi ci auguravamo non accadesse mai. Una semplice spesa al supermercato permetterà di comprendere la drammatica situazione in cui si ritrova l’Europa nel 2022, dopo due anni di pandemia e il sogno infranto di un ritorno alla normalità.
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L’importazione e l’esportazione di tanti prodotti da e verso la Russia e l’Ucraina comporterà per l’Italia importanti ripercussioni nel settore alimentare. Si prevede un ulteriore aumento dei prezzi soprattutto con riferimento ad alcuni prodotti. Prendiamo come esempio il grano; l’Ucraina è l’ottavo produttore al mondo mentre la Russia è addirittura al terzo posto. Pur non acquistando direttamente il grano dall’Ucraina, l’Italia è abituata a comprare fertilizzanti dalla Russia. Si capisce come un aumento sugli scaffali sia una possibilità reale considerando anche il rincaro del carburante e delle spese legate ai trasporti in generale.
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Il prezzo salirà, dunque, per i prodotti legati al grano e al mais. La pasta continuerà ad avere un costo sempre maggiore ma anche il prezzo della carne salirà. Perché aspettarsi ulteriori aumenti quando il grano viene prodotto “a casa nostra”? I rincari sono legati al percorso della filiera produttiva e all’importanza che Ucraina e Russia giocano nella catena che lega il produttore al consumatore. La percentuale prevista è + 5,7% per il grano e +5,5% per il mais. La soia, poi, subirà un aumento del costo del 2,87%.
L’aumento del costo del gas, del petrolio e dei fertilizzanti causerà un rincaro del prezzo di pasta, mais e soia. Allo stesso tempo aumenterà il costo della carne dato che negli allevamenti nostrani è abitudine nutrire gli animali con il mais importato. Diversi prodotti, dunque, costeranno di più e renderanno la spesa delle famiglie più cara.
Da non dimenticare, poi, le aggravanti legate alle sanzioni imposte alla Russia per l’attacco all’Ucraina che andranno a colpire specialmente il commercio. Gli effetti negativi della decisione di Putin si stanno già avvertendo sul piano economico come dimostra la chiusura in negativo di tutte le Borse del mondo. Un effetto domino, dunque, che fin tanto che l’invasione non terminerà coinvolgerà tutti noi su più fronti, emotivi e materiali.