La guerra scoppiata in Ucraina sta già portando con sé i primi effetti negativi anche sulle scorte alimentari. Ecco cosa sta succedendo.
Rischio aumento dei prezzi per le esportazioni e corsa alle scorte alimentari sono i primi effetti della guerra scoppiata in Ucraina.
Triste risveglio, quello di ieri, giovedì 24 febbraio 2022, per via di quello che sta accadendo tra Ucraina e Russia. La guerra, purtroppo, continua e si temono le conseguenze che questa drammatica situazione può portare con sé. Venti di guerra che soffiavano già da tempo, che si sono rivelati essere una triste realtà.
Una situazione che registra i primi effetti negativi anche dal punto di vista economico, con il crollo delle borse e l’aumento del prezzo di gas e petrolio. Ma non solo, si temono anche le conseguenze sulle scorte alimentari. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa sta succedendo.
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Guerra Ucraina – Russia, allarme scorte alimentari: tutto quello che c’è da sapere
I mercati tremano per via della crisi in Ucraina, con le prime conseguenze sull’economia che si registrano anche a poche ore di distanza dall’inizio del conflitto. Ripercussioni che risultano tangibili anche nella vita quotidiana di tutti noi, per via dell’aumento del costo delle bollette e dei prodotti alimentari.
Già due anni fa si è assistito ad una corsa alle scorte alimentari per via del lockdown. Oggi, purtroppo, sono in molti a pensare di correre a fare scorta di genere alimentari dopo quello che sta accadendo in Ucraina. Una situazione, quest’ultima, che porterà con sé degli effetti anche a distanza di tempo.
Tra le conseguenze, infatti, si teme un ulteriore e preoccupante aumento dei prezzi, oltre che di difficoltà di approvvigionamento per via delle minori esportazioni. Basti pensare che l’Ucraina e la Russia sono grandi fornitori di grano per capire quali possono essere le conseguenze. Da non dimenticare, poi, la produzione di mais.
Bobitski, direttore dell’ufficio di Bruxelles dell’Associazione ucraina degli affari e del commercio, così come riportato da Money, ha sottolineato come l’88% dell’olio di girasole europeo, il 41% della colza e il 26% del miele derivino proprio dall’Ucraina.
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Una situazione che rischia di avere un pesante impatto soprattutto sugli importatori all’ingrosso e sui produttori alimentari, che già si ritrovano alle prese con i prezzi dell’energia schizzati alle stelle.