Cosa lega a filo doppio gli annunciati aumenti delle pensioni e le modifiche alle aliquote Irpef con i fondi del Decreto Sostegni per arginare il caro bollette? Scopriamolo insieme.
Come riporta l’autorevole inchiesta di un quotidiano nazionale, cinque degli otto miliardi di euro destinati dal Decreto Sostegni ad arginare il “caro bollette” potrebbero essere destinati a gestire altre questioni chiave per il nostro Paese, come pensioni e Irpef.
Tutto ciò porta a riflessioni che aprono la strada, inevitabilmente, a luci e ombre. Da una parte gli attesi aumenti delle pensioni e la modifica delle aliquote Irpef. Dall’altra, l’inevitabile analisi che alla fine la coperta è corta.
Contratto di lavoro determinato, occhio alle sorprese: le novità in corso
In poche parole ci sono due notizie, una buona e una cattiva: la buona è che il deficit che ci portiamo dietro dal 2021 sarà inferiore rispetto ai conti dello Stato fatti inizialmente e intorno al 5,6%. In questo modo si potranno liberare risorse da destinare al tesoretto.
E qui veniamo alla cattiva notizia: inizialmente erano stati calcolati 106 miliardi come fabbisogno per le casse dello Stato. In realtà la Banca d’Italia ne ha rilevati 96, esattamente 14 in meno ai quali vanno tolti i soldi che sono serviti al governo per adottare i due decreti, Sostegni-ter e caro-bollette, che sono costati 11,5 miliardi.
Ecco perchè del tesoretto potrebbero essere rimaste soltanto le briciole, bloccando così le attese riforme previste per il 2022.
Bonus Renzi, Irpef, assegno unico e Irap, occhio alle novità: facciamo ordine
Gli aumenti sulle pensioni da marzo dipenderanno da due fattori: la rivalutazione degli assegni sulla base dell’inflazione e l’applicazione delle nuove aliquote Irpef, come conseguenze della perequazione e della legge di Bilancio 2022.
Gli aumenti giungono in un momento in cui le bollette dell’energia e del gas stanno gravando e mettendo a dura prova le famiglie e in particolare le persone più anziane.
Da marzo gli assegni pensionistici subiranno un aumento per via delle nuove aliquote Irpef approvate dal Governo e finalmente aggiornate dall’Inps. Ecco quali sono le nuove aliquote Irpef su cui verranno effettuati i conteggi:
Incrementata anche la no tax area per i pensionati che passa da 8.500 euro alla nuova quota fissata a 8mila euro.
Aumenti sulle pensioni. La perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi pensionistici per adattarli al costo della vita. Lo scopo è quello di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni.
Da marzo le pensioni saranno rivalutate con l’applicazione del tasso dell’1,7% al posto del vecchio tasso fissato all’1,6% per i mesi di gennaio e febbraio 2022, e che nel 2023, ha fatto sapere l’Istat, sarà dell’1,9%.
Ricalcolo pensioni, in arrivo il conguaglio Irpef: ecco le cifre
A stabilire la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni dell’1,7% è stato il decreto ministeriale del 17 novembre 2021. I trattamenti pensionistici però non saranno aumentati allo stesso modo ma la rivalutazione avverrà in base alle fasce di reddito.
La premessa è importante per parlare di Irpef, una delle riforme fiscali dell’anno in corso con il passaggio da quattro a tre aliquote. Il primo modulo ha portato gli scaglioni da cinque a quattro (23% il primo, 23% il secondo, 35% il terzo e 43% il quarto), ed è già entrato in vigore insieme all’assegno unico per i figli. L’idea, però, è quello di ulteriore passaggio a tre aliquote (23%, 33% e 43%) già quest’anno, utilizzando le risorse che “sarebbero arrivate grazie alla maggiore crescita e che sarebbero emerse con il Def“