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Mille euro e risparmio mirato: ecco l’antidoto al carovita

Il carovita non perdona. Gli aumenti fanno parte del periodo che viviamo e uno stipendio da mille euro potrebbe non bastare per tutto. A meno che…

 

Fare i conti alla fine del mese è solo parte del problema. Le calcolatrici iniziano a funzionare decisamente prima, cercando di determinare come sarà possibile muoversi durante le settimane.

Foto © AdobeStock

E’ difficile dire quanto serva effettivamente per vivere. La logica del “più guadagni meglio vivi” può reggere ma è anche vero che moltissimi lavoratori si trovano a dover fare i conti con stipendi decisamente al di sotto della media. Spesso a fronte di orari di lavoro che richiedono sforzi troppo consistenti per essere compensati da un modesto compenso. A questo si aggiunge il carovita, il rialzo dei prezzi su tutti i fronti, dalle bollette ai beni primari. Abbastanza semplice capire che, in questo quadro, lo squilibrio fra potere d’acquisto e inflazione viaggia verso l’abisso. Una situazione che accomuna la stragrande maggioranza degli italiani, vessati dalla crisi innescata dal Covid e, in precedenza, da quella del settore occupazionale.

Per questo non è semplice fare i conti su quanto, effettivamente, basti per vivere. Lo stipendio medio da mille euro, per quanto non sia certo un apporto sostanziale a fronte di un periodo come questo, potrebbe bastare ma solo in caso di un’oculatezza estremamente virtuosa. Le bollette in salita, i costi delle materie prima che lievitano e quelli del carburante che incalzano il portafogli, rendono quasi impossibile pensare a utilizzare il proprio denaro per qualcosa che non siano gli oneri dovuti.

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Come vivere con mille euro: la gestione è fondamentale

Gestire il proprio denaro è fondamentale. E dal momento che chi possiede un lavoro, anche modesto, si ritiene già fortunato, uno stipendio da mille euro verrebbe considerato quasi di lusso per il cittadino medio. Una cifra che a metà anni Duemila, forse, sarebbe stata considerata buona. E anche oggi è possibile sopravviverci, a patto di stringere al massimo la cinghia ed evitare al centesimo gli sprechi. La differenza fra spese fisse e accessorie è importante. Le prime riguardano la sopravvivenza, le uscite obbligatorie e tutto ciò che riguarda la casa e il nutrimento. La loro divisione, specie se il partner dovesse lavorare a sua volta, consentirebbe già di mettere da parte qualche soldi in più. Affitto, mutuo, bollette, spesa alimentare: la suddivisione degli importi permetterebbe di conservare qualcosa per le accessorie.

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Persino sulle bollette è possibile risparmiare. Basta confrontare le offerte e scegliere i fornitori più economici e cercare di ammortizzare al massimo gli oneri per le utenze. La gestione delle spese non può prescindere dalla divisione. Perché se fosse un solo lavoratore a farsene carico, è chiaro che alcune spese accessorie andrebbero del tutto rimosse. Anche se, in un certo senso, anche su di esse è possibile risparmiare (ad esempio concedendosi un cinema in mezzo alla settimana, quando i biglietti costano meno). Un aiuto può venire dallo stesso internet, con le sue applicazioni che consentono l’accesso a sconti, coupon e tariffe agevolate al ristorante. Per il resto, per aggirare realmente il carovita non rimane che incrociare le dita e sperare di trovare un posto di lavoro con uno stipendio più elevato.

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Damiano Mattana