I benefici che porteranno, assegno unico e riforma dell’Irpef, soprattutto alle famiglie in maggiore difficoltà economica.
Sarà un marzo con delle importanti novità. Nel mese prossimo infatti, si registreranno la partenza della riforma dell’Irpef e dell’assegno unico. Quella dell’assegno unico soprattutto, è una mossa fatta per livellare le disuguaglianze economiche tra cittadini.
Infatti, ne beneficeranno quelle famiglie che sono in difficoltà, e in maggior modo se sono del Sud. Infatti, per queste famiglie in particolare, il beneficio supererà i 1.900 euro l’anno, con un’incidenza sul reddito di oltre l’11%.
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Assegno unico ed Irpef, cosa dobbiamo sapere
Delle riforme che partiranno a breve non sappiamo ancora tutto. Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, ha portato a termine un’approfondita disamina, sugli effetti delle due riforme, su un territorio con 22 milioni di famiglie a cui interessano le novità del 2022, anche con diversità di reddito. Da ricordare, che l’INPS ha già specificato come l’assegno unico influirà sul Reddito di Cittadinanza. Dallo studio comunque, è venuto fuori che effettivamente si andrebbe ad assottigliare la disuguaglianza economica tra le varie famiglie.
Da sapere però, che la revisione dell’Irpef, con il passaggio da 5 a 4 aliquote e i nuovi scaglioni, sono solo un piccolo cambiamento che verrà seguito da altri, a breve. 1,13 milioni di nuclei familiari che si trovano nel primo decimo di reddito equivalente, riceveranno un miglioramento di circa 1.935 euro l’anno, con un’incidenza sul reddito lordo dell’11,6%. Ovviamente, i benefici si abbassano man mano che le famiglie sono più ricche.
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Si è inoltre notato che soprattutto per le famiglie del Sud Italia, rispetto a quelle di Centro e Nord, vivranno di un effetto distributivo più alto, dati presi dall’aumento della redistribuzione globale, ovvero: +12,3% al Sud, invece dello +9,6% al Centro e +8,2% al Nord. Lo studio infatti, rivela che: “Gli effetti redistributivi per area geografica delle due riforme mostrano nel complesso un miglioramento nelle disuguaglianze territoriali. Infatti, nel Sud Italia, l’indice di Gini calcolato per il reddito disponibile familiare presenta una riduzione maggiore rispetto allo stesso indicatore calcolato per le altre aree territoriali (-2,50%, contro il -1,66% del Centro e il -1,30% del Nord)”.