Quanto davvero stanno facendo per noi sugli aumenti di luce e gas e quanto fanno i Paesi esteri: ci sono altre soluzioni?
L’aumento del prezzo di materie prime su luce e gas, stava per diventare un problema serio per tutti noi, con l’ovvio aumento anche delle bollette. Il Governo ha portato in campo un intervento importante, per aiutare famiglie ed imprese. Ma quanto, in forma reale, sarà d’aiuto? La Cgia di Mestre, associazione Artigiani e Piccole Imprese, ha provato a tirare le somme per noi.
Ovviamente al Governo interessa intervenire, perché un aumento tale stava rischiando di fermare lo sviluppo di tutto il Paese. Soprattutto, ad essere colpiti, rischiavano di essere i settori detti energivori, ovvero che dipendono dal consumo di elettricità e gas. Secondo l’associazione degli artigiani di Mestre, ci accorgeremo dei cambiamenti già nei primi sei mesi dell’anno. Gli incrementi, verrebbero così suddivisi: 8,9 a discapito delle famiglie e 24,9 sulle spalle delle aziende, per un aumento totale di 33,8 miliardi di euro. Cifre davvero insostenibili, con le famiglie che pagherebbero 5,1% in più e le imprese l’11,9%, nel secondo semestre, se le cose non cambieranno subito.
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Saremo ancora preoccupati da luce e gas?
Cosa starebbe mancando all’Italia, nonostante gli sforzi del Governo? Vediamo all’estero come si stanno adeguando. Secondo lo studio, in Italia non si starebbe ancora facendo abbastanza, In Spagna e Francia le cose sono andate diversamente, lì sono stati fissati dei tetti agli aumenti delle bollette per un periodo temporaneo. In Francia, ad esempio, i prezzi del gas non aumenteranno a sproposito, almeno fino a giugno 2022, e i mancati ricavi dei fornitori verranno compensati dal bilancio statale. Inoltre, le classi meno abbienti, vedranno riconoscersi un bonus governativo di 100 euro.
La Spagna, ha modificato fino ad aprile la tariffa di ultima istanza per il gas, e continuerà la manovra con sovvenzioni e buoni per le famiglie. Si muovono anche Germania e Paesi Bassi. Nel primo caso, il Governo ha deciso di tagliare circa il 43% della tassa di sostegno alle rinnovabili. Nel secondo, si sta pensando a soluzioni una tantum, mentre la Polonia ridurrà l’Iva sul gas naturale dal 23% all’8% nel periodo che va da gennaio a marzo.
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A quanto pare, non sarebbero tanto gli interventi del Governo a poter cambiare le cose secondo questo studio, ma servirebbero le giuste manovre. Sarebbe aprendo il gasdotto Nord Stream 2 ad esempio, che i prezzi potrebbero scendere vertiginosamente, aprendo una nuova frontiera su tutta l’Europa. Ed anche l’assenza dell’Italia negli accordi fatti dalla Germania, preoccupa la Cgia veneta: “Questa sarebbe una decisione che, oltre avere degli effetti economici positivi immediati, probabilmente allenterebbe anche la tensione e i venti di guerra che stanno soffiando tra Mosca e Kiev”, si legge.