Analizziamo il delicatissimo rapporto tra il mondo del lavoro e i permessi legati alla legge 104. Cosa è possibile e cosa no.
Sarebbe utile sempre domandarsi se il cosiddetto abuso dei permessi lavorativi che si possono ottenere con la legge 104, ci pone di fronte a rischi concreti che potrebbero addirittura mettere a rischio il nostro posto di lavoro. O comunque potremmo essere di fronte a possibili sanzioni che di certo possono minare la nostra serenità e senza dubbio anche quella stabilità lavorativa che abbiamo magari conquistato con anni di duri sacrifici.
Occorre naturalmente fare un po’ di chiarezza. E’ importante conoscere quella che rappresenta la reale casistica, al cui interno possono profilarsi i controlli dei datori di lavoro sui propri dipendenti che usufruiscono della legge 104. In questo caso si tratta naturalmente di appurare se le assenze e l’allontanamento sono realmente motivati dalla necessità di occuparsi di un soggetto con gravi problemi di salute, così come la norma prevede.
Legge 104: chiarimenti
La legge 104 nasce in Italia nel febbraio del 1992. Viene introdotta con l’obiettivo di tutelare i soggetti fragili, di offrire quindi un adeguato sostegno non solo al soggetto disabile le cui condizioni di salute non gli consentono di svolgere una vita normale. Ma la normativa apre la strada ad agevolazioni anche nei confronti di chi deve occuparsi di un malato che di fatto non è autosufficiente.
Come potrebbe un disabile svolgere le sue normali attività quotidiane, e ancor di più essere sottoposto a terapie continuative, con annessi viaggi e spostamenti, se il familiare che se ne occupa o il suo tutore legale non fossero messi nella condizione di allontanarsi dal proprio posto di lavoro, senza il rischio di comprometterlo.
Naturalmente una Legge come la 104 mette in campo una serie di agevolazioni ma nel contempo anche una serie di regole da rispettare, oltre le quali il dipendente non può e non deve andare per non incorrere in situazioni che rischiano di penalizzarlo notevolmente.
In parole povere cosa succederebbe se un dipendente che chiede di allontanarsi dal proprio posto di lavoro per occuparsi del proprio familiare, fosse sorpreso in tutt’altro luogo e in tutt’altre faccende?
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Permessi legge 104: regole e doveri
I permessi per legge 104 prevedono infatti che il dipendente, in determinate circostanze, possa usufruire di permessi legittimi che gli consentono di astenersi dallo svolgere la propria attività lavorativa e che oltre tutto sia retribuito regolarmente. Inoltre ai fini pensionistici per il soggetto che deve occuparsi del soggetto fragile non sono previste in alcun modo perdite.
Può usufruire dei permessi della legge 104 chi effettivamente è tenuto ad occuparsi di un familiare disabile in condizioni di salute di estrema precarietà. Parliamo di consanguinei oppure di parenti fino a un livello di secondo grado, la cui patologia è accertata e periodicamente sottoposta a nuovi controlli.
Abusare della legge 104: i casi in cui si rischia grosso
A questo punto è bene fare una netta distinzione e comprendere quindi quali sono le attività, da parte del dipendente, che la legge 104 consente, e quali invece vengono ritenute veri e proprio abusi. Di fronte a questi il datore di lavoro è tenuto legittimamente a prendere provvedimenti.
Ad esempio nei giorni in cui ci si può astenere dalla presenza sul luogo di lavoro, esistono degli orari differenziati, nei quali il soggetto è tenuto, dopo essersi preso cura del malato, a riprendere lo svolgimento delle sue funzioni, se rientrano ancora nell’orario di lavoro previsto.
La giurisprudenza in corso ha ritenuto compatibili gli svolgimenti determinate mansioni di carattere personale, strettamente indispensabili, che potrebbero incorrere in una sfera di emergenze nell’ambito dei permessi legati alla legge 104.
Cosa succede se durante gli orari di permesso per occuparci del nostro congiunto dovessimo noi stessi sentirci male, soccorrere un figlio o un fratello o correre dal medico per un farmaco necessario alla nostra salute? Certamente tutto questo potrebbe essere legittimamente tollerabile.
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Andarsene al mare dopo aver chiesto un permesso dal lavoro per assistere un malato? Certo che no
Siamo di fronte ad un vero e proprio abuso nel momento in cui, chiamati ad occuparci del nostro malato, lasciamo l’incombenza a qualcun altro e usufruiamo del permesso di lavoro per andarcene a spasso, al mare o semplicemente riposare a casa su un divano. Immaginate cosa potrebbe accadere se il nostro datore di lavoro dovesse scoprirlo.
Accompagnare i figli a scuola, magari minorenni, prima di occuparsi del papà disabile, è invece legittimo.
Il dipendente, appare chiaro, deve tenere un comportamento in linea con i principi della correttezza e della buona fede. Anche perché durante le ore di permesso, viene retribuito regolarmente, come se stesse sul posto di lavoro, così come l’Inps mette regolarmente in cantiere i suoi contributi per la futura pensione.
Licenziamento per giusta causa? E’ possibile
A questo punto appare chiaro che il comportamento “non in linea” con questi principi e con queste regole, può causare serie conseguenze per quel soggetto che commette abusi.
In tal senso ci conforta una sentenza della Cassazione che mette in evidenza che è sufficiente un solo episodio “nefasto” per mettere nella condizione il datore di lavoro di richiedere il licenziamento per giusta causa.
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Eccezioni, la legge non è a senso unico
Ad ogni modo, il legislatore ha previsto delle eccezioni, in particolare qualora:
- vi sia interruzione del ricovero per necessità del disabile di recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per visite o terapie;
- il disabile sia ricoverato a tempo pieno in stato vegetativo persistente e/o con prognosi infausta a breve termine;
- si tratti di ricovero di un minore per il quale i sanitari della struttura attestino la necessità d’assistenza da parte del genitore o familiare;
- si tratti di ricovero di bambini fino a tre anni d’età.
Al di fuori di queste eccezioni, il lavoratore che abusa dei permessi rischia una sanzione disciplinare da parte del datore di lavoro molto sera. Inoltre in caso di recidiva potrebbe determinare anche il licenziamento per giustificato motivo.