Dire addio al Reddito di Cittadinanza per una scommessa vinta. La felicità che svanisce in pochi istanti, ne vale davvero la pena?
Scommettere, vincere, gioire e poi il pugno allo stomaco. Il Reddito di Cittadinanza non verrà più erogato, anzi, si rischia un vero e proprio procedimento penale.
Partecipare ad un gioco a premi o scommettere sulle partite di calcio o su una qualsiasi competizione sportiva è divertente finché non si rischia di perdere molto più di ciò che si vince. Scommettere con leggerezza non è consentito ai percettori di un sussidio statale. Nel momento in cui si vince si rischia di perdere il diritto alla prestazione e in alcuni casi esiste la possibilità di essere risucchiati in un procedimento penale. Per evitare spiacevoli conseguenze è opportuno conoscere la normativa e i rischi che si corrono con una semplice scommessa.
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Reddito di Cittadinanza, i rischi di una scommessa
I percettori del Reddito di Cittadinanza devono soddisfare alcuni requisiti per accedere alla misura e rispettare specifiche direttive per non perderla. Devono, ad esempio, recarsi una volta al mese al centro per l’impiego e spendere i soldi della ricarica solamente per determinati acquisti. Allo stesso modo non possono utilizzare il denaro proveniente dalla prestazione per pagare giochi che prevedono vincite in denaro.
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La direttiva è molto semplice. Cosa si rischia, dunque, con una scommessa? L’errore peggiore è nascondere la somma vinta allo Stato. La card dell’RdC verrà sequestrata e l’erogazione del sussidio sospesa. Inoltre verrà avviato un procedimento penale la cui pena massima è la reclusione di tre anni. E’ quanto successo ad una donna di Salerno percettrice del Reddito di Cittadinanza. Dopo aver vinto elevate somme al Casinò online ha perso l’RdC; il ricorso è stato respinto per non aver dichiarato quanto vinto in modo tale che l’importo della misura potesse essere modificato alla luce delle nuove entrate.
L’iter che fa paura
I percettori della misura devono conoscere l’importanza di dichiarare le somme vinte con una scommessa. La mancanza di comunicazione porta al sequestro immediato della PostePay o della carta PostaMat su cui viene effettuata la ricarica mensile. Si tratta di una misura cautelativa per evitare che il reato degeneri e che erroneamente il percettore possa ricevere ricariche future.
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Il problema delle vincite è collegato al requisito di accesso alla misura che prevede un limite massimo del reddito ISEE di 9.360 euro e una soglia massima legata al patrimonio mobiliare e immobiliare di 6 mila euro. In caso di mancata comunicazione di variazioni economiche importanti, l’INPS potrà rivalersi e lanciare l’accusa penale contro il percettore. L’importo dell’assegno mensile viene stabilito, infatti, in base ai requisiti del richiedente. Cambiando in meglio le condizioni economiche, l’importo diminuirebbe e un’omissione della vincita di una scommessa verrebbe considerata reato.