Centinaia di migliaia di contenziosi aperti dai contribuenti per errori sul calcolo della pensione e non solo. L’Inps accumula ritardi.
Arrivare a prendere una pensione, soprattutto per i lavoratori più giovani, non è cosa semplice. Ma arrivarci e vedersi costretti a inoltrare ricorso per un errore riscontrato ha decisamente il sapore della beffa.
Eppure, negli ultimi anni l’Inps ha dovuto far fronte a un vero e proprio tsunami di ricorsi, inoltrati da pensionati che, nei loro importi, hanno riscontrato degli errori di calcolo. O che comunque ne hanno contestata la presenza. Secondo i dati, l’Istituto di previdenza sociale si sarebbe ritrovato ad affrontare oltre 500 mila contenziosi per le ragioni più disparate. Perlopiù presunti difetti nel riconoscimento delle somme, ma anche ritardi nei pagamenti, mancati cumuli o errori negli stessi, oltre che una mancata ricongiunzione nei calcoli finali. Non solo. L’Inps avrebbe infatti dichiarato di sua sponte alcuni problemi che hanno provocato un ritardo nella lavorazione delle istanze.
Ciò sarebbe avvenuto soprattutto in merito alle pensioni di invalidità. A ogni modo, qualunque sia la variabile, gestire una tale proporzione di istanze non è sicuramente impresa facile. E a rimetterci, in questi casi, sono anche i cittadini, specie se l’errore contestato dovesse infine essere riconosciuto. Perché fra l’accertare l’errore e porvi rimedio potrebbe passare del tempo. Oltre a quello già necessario per concludere la prima fase della lavorazione delle pratiche. Una situazione critica, anche se non del tutto nuova. Anche perché il margine di errore in effetti potrebbe esserci, pur se non sempre imputabile all’ente.
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Le casistiche, come detto, sono varie e tutte abbastanza frequenti. Un cattivo affare per chi riceve tale pensione erronea ma anche per l’Inps, che deve di fatto rilavorare la pratica al fine di accertare prima e correggere poi l’errore. Cumuli e ricongiunzioni fanno la voce grossa in fatto di errori ma anche i calcoli possono spesso finire sotto esame. Anzi, i pensionati notano soprattutto questo come errore, qualora abbiano fatto i conti da sé prima ancora di ricevere il trattamento. L’errore in realtà potrebbe essere ambivalente, in quanto l’errore di calcolo potrebbe manifestarsi sia in eccesso che in difetto. Anche il mancato riconoscimento di una pensione di invalidità finisce spesso sui tavoli dell’Inps. In questi casi si fa riferimento soprattutto al possibile mancato rispetto delle percentuali assegnate.
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A regolare sia le istanze che le procedure di correzione è il Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps (il Civ). Al quale è delegato peraltro il compito di stimare e rendere noti eventuali problemi sui tempi di lavorazione e smaltimento delle pratiche anche (e soprattutto) in merito alle pensioni di invalidità. I dati, al momento, parlano di 931 mila plichi ancora in giacenza, ovvero un 11% in più rispetto a un anno fa. E’ chiaro che tali rallentamenti si traducano in costi per l’ente, attualmente stimati in almeno 200-300 milioni di euro, soprattutto legati alle spese legali, oltre che ai rimborsi da effettuare. Ricorsi che, nel 40% dei casi, si risolvono a favore dei cittadini. Con un impatto ben preciso sulle casse previdenziali.