Da marzo cambierà di nuovo la strategia sulla cessione del credito. Da sciogliere alcuni nodi, a cominciare dalla responsabilità sui sequestri.
Tutto pronto per l’emendamento al decreto Milleproroghe che regolerà la cessione del credito per i Bonus edilizi. Una correzione più che altro, già confermata una settimana fa.
Il Governo è quindi pronto al passo indietro già previsto, cercando quindi di stemperare gli animi sulla discussione riguardo le modifiche apportate alla cessione del credito. Uno degli strumenti principali di fruizione delle agevolazioni legate agli interventi edilizi. Modifiche pronte a entrare in vigore già il prossimo 28 febbraio. Qualche giorno, quindi, per mettere a posto tutti i tasselli e presentare la proposta in Parlamento dove, tuttavia, non dovrebbe trovare grossi ostacoli. Anche perché la modifica, seppure sostanziale, non sposterà l’asticella agli antipodi rispetto a quanto era stato deciso.
Secondo quanto spiegato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, l’esecutivo avrebbe intenzione di fissare un tetto per le cessioni del credito multiple, consentendo quindi nuovamente di effettuarne più di una. Probabilmente sarà consentito di procedere per un massimo di tre operazioni e solo da parte di soggetti vigilati, ossia tenuti alle debite segnalazioni antiriciclaggio. Non sarà comunque la sola novità. Un ulteriore aiuto arriverà dalla riattivazione delle piattaforme dedicate di Cassa depositi e prestiti (Cdp) e di Poste Italiane. Sarà quindi possibile effettuare l’acquisto dei crediti fiscali non appena le norme entreranno in vigore.
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Cessione del credito, nodo sui sequestri
Marzo sarà quindi una data limite. La nuova versione della cessione del credito entrerà in vigore e regolerà nuovamente anche le strategie di tracciabilità. La movimentazione dei crediti fiscali sarà quindi tenuta d’occhio con il medesimo obiettivo di impedire le frodi sui bonus di tipo edilizio (incluso il Superbonus 110%). Il nodo da sciogliere riguarda i sequestri dei crediti fiscali. Un passaggio che, probabilmente, richiederà più tempo del previsto, con chiarimenti necessari sull’aspetto dell’esigibilità del credito nonostante la disposizione del sequestro. O, almeno, se potrà esserlo del tutto o in parte, con possibilità quindi concreta di svalutazione. I sequestri, secondo quanto è stato dichiarato dal ministro Franco, ammontano a circa 2,3 miliardi di euro. Oltre 1 dei quali è già stato incassato.
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Qualora non fosse incassato entro l’anno di competenza, il credito non sarà comunque perso. L’unica circostanza da chiarire in merito, riguarda l’eventuale possibilità di spalmare il credito stesso su cinque anni, così da recuperare le possibili annualità sospese per via del sequestro. Da definire anche l’eventuale intervento della Magistratura in merito all’accertamento delle responsabilità dell’operatore che non ha eseguito i controlli. In quel caso, bisogna capire se lo Stato può effettivamente rivalersi sul contribuente. Inoltre, si andrà a definire la questione delle truffe sulla cessione del credito. Specie su quelle costruite sui crediti fiscali inesistenti, per le quali andrà definito chi sarà a dover pagare. O se, addirittura, se la perdita dovesse essere condivisa.