Bilanciare entrate e uscite non è mai semplice. Figurarsi in tempi di crisi economica. A Imu e Tari non si scappa ma un salvagente è dato dagli sconti.
Il cammino per la ripresa economica sarà lungo e pieno di insidie. Una di queste risponde ai connotati del rincaro, l’aumento diffuso dei costi che ha caratterizzato praticamente ogni cosa in questo inizio del 2022.
Dalle bollette ai beni di prima necessità, l’escalation dei prezzi sembra destinata a proseguire anche per i prossimi mesi. Un quadro che sta rendendo estremamente difficoltoso, per gli italiani, mantenere la linea di galleggiamento nel rapporto fra entrate e uscite. Anche perché, al netto di qualche incentivo, i costi fiscali sono rimasti e, anzi, in alcuni casi sono ripresi a pieno ritmo. Ecco perché i contribuenti scelgono la strada del risparmio o, più in generale, della prudenza. Pochi movimenti di denaro e atteggiamento prudenziale anche nella concessione di qualche svago, con l’obiettivo di far quadrare i conti alla fine di ogni mese.
Perché la pandemia ha colpito duro e, per quanto si cerchi di far buon viso a cattivo gioco, la sofferenza economica è qualcosa che accomuna la maggior parte dei cittadini. Niente che, tuttavia, abbia scoraggiato la tassazione. Determinati contribuenti sono tenuti al versamento dell’Imu, così come altri devono immettere regolarmente quanto dovuto per la Tassa sui rifiuti (Tari). In quest’ultimo caso, in particolare, ci si trova di fronte a un costo obbligatorio, necessario per coprire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, proporzionale al numero dei componenti del nucleo familiare e ai metri quadri che compongono la nostra abitazione.
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Visto che non si scappa, né dall’Imposta sugli immobili né tantomeno dalla Tassa sui rifiuti, tanto vale fare i conti assieme all’oste. L’Imu è dovuta da tutti coloro che possiedono un immobile accatastato nelle categorie di lusso, ovvero A1, A8 e A9. Per tutti gli altri vige un’esenzione. Dal momento che l’imposta viene applicata sulla seconda casa, ne consegue che il pagamento sia difficilmente evitabile, anche per via della prospettiva che vuole il proprietario di un doppio immobile come in grado di sostenerne la tassazione.
Una piccola deroga però è concessa, specialmente se la casa in questione dovesse essere configurata come inagibile o bisognosa di interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria. In questo caso, si potrà usufruire del diritto di una riduzione del 50% della base imponibile. Stessa percentuale anche in caso di immobili di interesse storico-artistico, a patto che la dichiarazione avvenga entro il 30 giugno dell’anno successivo. Per l’Imu si prevede inoltre una riduzione del 75% in caso di contratto di fitto a canone concordato.
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Per quanto riguarda la Tari, più che di sconti si può parlare di ammortizzamento dei costi. Eventuali difficoltà comprovate nella gestione economica della quotidianità, infatti, danno diritto alla rateizzazione degli importi, specie se si tratta di arretrati. Inoltre, un’altra agevolazione viene concessa per quegli immobili che non producono rifiuti. E di nuovo, torna il discorso delle case inagibili o inutilizzate. In questo caso, però, è necessario presentare la dichiarazione (ancora una volta) entro il 30 giugno dell’anno successivo. La Tari va verificata per le case in non si abita e per le quali può essere stimato un numero di componenti errato. Il conteggio dev’essere quindi verificato anche in fase dichiarativa per l’ottenimento delle agevolazioni.