Una professione ricercatissima. E, al momento, una vera e propria lacuna per i ristoranti elvetici. Eppure, ai pizzaioli italiani si offrono contratti principeschi.
Ogni mestiere può essere appreso e su questo non ci piove. Ma è pur vero che alcuni talenti sono innati e lavorare a un prodotto in un determinato modo diventa praticamente un marchio di fabbrica. Chiunque, per esempio, può imparare a preparare una pizza ma solo alcuni in modo tale da restare impresso nei ricordi di chi l’ha assaggiata. Perché la pizza, checché se ne dica, resta una forma d’arte. Peculiarmente italiana del resto. E forse non è così strano che i pizzaioli continuino a essere una figura estremamente ricercata nei vari locali, anche se non sono specificamente pizzerie.
E attenzione, perché esistono Paesi disposti a pagare profumatamente un professionista simile. In Svizzera ad esempio, Paese del cioccolato per eccellenza, la carriera di pizzaiolo potrebbe riservare grosse soddisfazioni, in quanto figura fra le più richieste dai locali più esclusivi dell’intero territorio elvetico. Il motivo è molto semplice: la carenza di professionisti italiani. Una situazione che ha spinto persino alcuni importanti quotidiani a richiamare l’attenzione pubblica, con tanto di inchieste sul tema.
L’impatto della pandemia ha chiaramente giocato un ruolo nello scavare ulteriormente il gap fra domanda e offerta. Il settore della ristorazione è stato fra quelli colpiti più duramente e, dopo il lockdown, molti pizzaioli italiani hanno nuovamente fatto i bagagli, tornando nel loro Paese d’origine. La ripresa del turismo ha successivamente contribuito a far trovare lavoro sul territorio nostrano e, per questo, in Svizzera è rimasto un vuoto occupazionale in una delle branche comunque più importanti della ristorazione. E ora, con la ripresa tutto sommato a pieno ritmo del settore intero, i ristoratori elvetici lanciano l’allarme, lamentando la carenza di personale qualificato.
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Bisogna entrare nell’ottica che, in Svizzera, la concezione della pizza è diversa rispetto a quella che tradizionalmente abbiamo sviluppato in Italia. Si tratta infatti di un prodotto tutt’altro che alla portata di tutti, dal momento che gli svizzeri sembrano optare per la cosiddetta pizza gourmet. Ovvero, impasti lavorati con ingredienti di altissima qualità, rigorosamente da sapienti mani di pizzaioli esperti. Soprattutto napoletani, visto che la ricetta classica partenopea è quella che va per la maggiore. E dal momento che la manodopera si paga, ecco che il settore della ristorazione si è messo in moto per colmare la lacuna. La competizione dei ristoranti è serrata e alcuni potrebbero offrire contratti principeschi, con minimi fra 3.500 e 5 mila franchi al mese. Ovvero, fra i 3.300 e i 4.700 euro. Considerando la vicinanza del confine, un pensierino vale la pena farlo.