Pensioni, si prevedono stravolgimenti del sistema. I lavori nel settore previdenziale sono in corso e il 2023 sarà un anno ricco di sorprese (pessime o positive?).
Il Governo è alle prese con la rivoluzione del sistema pensionistico. Quota 102 rimarrà in vigore solo per il 2022; nel 2023 la situazione cambierà e le notizie per i lavoratori non sono buone.
Quota 102 ha sostituito Quota 100 e rimarrà attiva per tutto il 2022. Il sistema prevede di poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Nello specifico, i lavoratori dipendenti e autonomi che matureranno entro il 31 dicembre 2022 un’età minima di 64 anni e 38 anni di contributi potranno andare in pensione. Ottima opportunità che presto potrebbe svanire. Il Governo, infatti, ritiene troppo oneroso sostenere la pensione anticipata e sta pensando di eliminare tale possibilità limitandola a pochi “eletti”. Più precisamente, si ipotizza che dal prossimo anno sarà praticamente impossibile poter andare in pensione prima del raggiungimento dei 60 anni.
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Le pensioni di militari e Forze Armate verranno riviste nel 2023. Ad oggi è prevista la possibilità di uscita dal mondo del lavoro a 58 anni, stesso traguardo delle lavoratrici con Opzione Donna. Entrambe le categorie potrebbero dover aspettare i 60/61 anni per accedere alla pensione. Nel caso delle donne, attualmente è utilizzato il calcolo contributivo per le lavoratrici autonome nate nel 1962 o lavoratrici dipendenti nate nel 1963. E’ ipotesi plausibile che le direttive cambieranno in quanto l’uscita in età giovane costa cara al Governo nonostante il taglio sugli assegni.
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Per quanto riguarda i militari e le Forze dell’Ordine, nel 2022 è possibile andare in pensione a 58 anni con 35 anni di contributi alle spalle. Si ipotizza che, dopo dieci anni, verranno applicati dei cambiamenti che coinvolgeranno principalmente i contributi necessari per l’uscita dal servizio. L’alternativa prevista per il 2023 indica 41 anni di contributi come soglia limite da considerare.
I previsti stravolgimenti del 2023 stanno spaventando i lavoratori. La rivoluzione del sistema pensionistico coinvolgerà diverse categorie di lavoratori e riguarderà principalmente l’età di accesso alla pensione. Il futuro, dunque, è ancora molto incerto. Per il momento è consigliabile godersi gli aumenti previsti per l’anno in corso. Gli assegni pensionistici, infatti, risultano incrementati dal mese di gennaio 2022 grazie all’allineamento del tasso di rivalutazione all’1,7%.
Si sta assistendo ad una rivalutazione del 100% per gli assegni INPS fino a 2.062 euro; del 90% per importi fino a 2.578 euro e del 75% per importi superiori a 2.578 euro (più di cinque volte il trattamento minimo). Gli aumenti, dunque, varieranno dai 25 ai 61 euro.