Vediamo in cosa consiste la nuova regola sul silenzio-assenso per quanto concerne il passaggio dallo stipendio alla pensione. Cosa potrebbe cambiare
Si tratta di un meccanismo che scatterà tra un anno e che era già stato utilizzato nel 2007. Il futuro dei lavoratori prossimi alla pensione.
Il passaggio dallo stipendio alla pensione è fondamentale per chi ha lavorato per anni facendo tanti sacrifici. Stando alle ultime indiscrezioni sulla tematica, a breve potrebbe esserci un cambiamento radicale, con nuove disposizioni da seguire.
Si tratta della nuova regola silenzio-assenso, un meccanismo che dovrebbe scattare a partire dal 2023 e che era già stata portata in auge nel 2007. Cerchiamo di capire come funziona e quali conseguenze comporta per i diretti interessati.
Pensioni ai 64enni, l’età non basta: le regole per i pochi eletti
In pratica il lavoratore a sei mesi dal ritiro sarà chiamato ad effettuare una scelta. Dovrà comunicare all’azienda se mantenere il Trattamento di fine rapporto (TFR), oppure se versare in automatico la propria liquidazione nei fondi pensione.
Sulla nuova regola sono previsti dei confronti tra il Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Maria Draghi e i sindacati di Cgil, Cisl e Uil. D’altronde la previdenza complementare è uno dei tre macro-argomenti per cui sono in programma delle discussioni in merito.
Gli altri due sono quelli inerenti le pensioni dei giovani e delle donne e la flessibilità in uscita. Gli obiettivi in questi due circostanze sono quelli di lasciarsi alle spalle Quota 102 ed abbandonare le penalizzazioni dallo stipendio alla pensione introdotte dalla Legge Fornero ai tempi del Governo Monti.
Pensioni più ricche a marzo: ecco perché si può sperare davvero
Tornando al silenzio-assenso, il chiaro intento è quello di garantire una super-pensione ai lavoratori al momento del ritiro. Questo deve essere il risultato della somma tra l’assegno INPS e la previdenza integrativa.
I sindacati però vogliono anche una campagna di informazione e di educazione finanziaria volta a garantire le giuste direttive a chi rientra nella categoria sopracitata. Insomma, stavolta si vogliono fare le cose per bene visto che in passato la materia non è stata trattata nei minimi particolari.