I rendimenti dei Btp a 2 anni tornano a superare quelli dei conti bancari. E le banche sono chiamate alla sterzata. L’investimento scappa dal tasso zero.
La necessità di non tenere troppi soldi sul conto corrente, in teoria, una soluzione ce l’ha. E no, non è nascondere i soldi sotto il proprio materasso, visto che sarebbero tutt’altro che al sicuro.
L’alternativa è l’investimento. Immettere parte dei propri risparmi in circuiti adibiti appositamente per farli fruttare, così da evitare costi di commissione e altre problematiche di gestione. Il punto è che non tutti sono ferrati in materia. Anzi, per la verità sono poche le persone che riescono a individuare e utilizzare al meglio gli strumenti di investimento, così da muovere il proprio denaro ed evitare un danno per sé e per l’istituto di credito che lo gestisce. Per questo esistono delle possibilità, per così dire, più alla portata del risparmiatore medio, meccanismi semplici con rendite piccole ma costanti, utili per eludere problemi di ogni sorta.
Negli ultimi tempi, tuttavia, un problema è comparso anche sugli strumenti per l’investimento. E non di secondaria importanza visto che era riferito ai tassi di interesse, i quali per lungo tempo si sono attestati vicino allo zero. Una situazione durata abbastanza. Ora, secondo gli analisti, le cose stanno lentamente ma concretamente cambiando, soprattutto per quel che riguarda i Btp a 2 anni, il cui rendimento è schizzato di ben 45 punti base, toccando quota 0,335%. Basti pensare che il balzo, rispetto a poco più di due mesi fa, è stato di ben 90 punti base complessivi. Con tanto di implicazioni dirette per i conti bancari.
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Btp, balzo dei tassi: come cambia l’investimento
Tutto parte dalla Banca centrale europea la cui presidente, Christine Lagarde, ha indicato in conferenza stampa un cambio di rotta necessario a seguito dei timori innescati dall’inflazione. Un pericolo per i mercati ma anche per risparmiatori e investitori, con possibile rialzo dei tassi d’interesse entro il 2022. Per questo i listini hanno iniziato a scorciare i tassi sui depositi a zero, con l’obiettivo di arrivare a un -0,50% entro la fine di dicembre. Per questo i rendimenti hanno iniziato la loro risalita dopo un periodo di sostanziale stasi.
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Per quanto riguarda i conti bancari, il riflesso arriva direttamente dai Btp a 2 anni i quali, visto lo scatto dei rendimenti, salgono a uno 0,33% con prospettiva di trasformarsi in uno 0,50% all’anno. Uno scarto di circa uno 0,20% rispetto ai rendimenti del denaro dei conti bancari, per i quali vige un vincolo, a seconda delle circostanze, di 12, 24 o 36 mesi. Già di per sé la scelta dell’uno o l’altro investimento dipenderebbe dal tasso d’interesse offerto. E i conti, a dicembre, toccavano quota 0,31%. Due mesi fa, quindi, la situazione era totalmente invertita, visto che i rendimenti dei Btp a due anni erano in zona negativa. Ecco perché, al momento, le banche sono chiamate a un rialzo dei tassi, in una prospettiva tutt’altro che improbabile di perdere investitori. Non sarebbe un problema se la Bce non avesse deciso di immettere minore liquidità a fronte del rischio di inflazione. Una decisione tira l’altra.