Attenzione, in questo caso l’accertamento fiscale è nullo! Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
La vita è ricca di imprevisti, con tante persone che temono ad esempio di dover fare i conti con le inevitabili conseguenze derivanti da eventuali debiti pregressi con il Fisco.
I soldi non sono garanzia di felicità, ma aiutano senz’ombra di dubbio a risolvere un bel po’ di situazioni problematiche. A partire dall’alimentazione fino ad arrivare alle bollette delle utenze domestiche, d’altronde, sono davvero molte le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere mano al portafoglio.
A peggiorare la situazione, poi, come già detto è il timore di molti di dover fare i conti con le possibili conseguenze negative derivanti da possibili debiti pregressi con il Fisco. Ebbene, proprio in tale ambito interesserà sapere che in questo caso l’accertamento fiscale è nullo! Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
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Qualche tempo fa abbiamo visto come è possibile difendere i risparmi di una vita dal pignoramento. Ebbene, proprio in tale ambito interesserà sapere che in determinati casi l’accertamento fiscale e le relative sanzioni sono da considerarsi nulli. Ma come è possibile? Ebbene, questo avviene nel caso in cui il Fisco si dimentichi un semplice, ma allo stesso tempo importante, passaggio.
Anche il Fisco, d’altronde, può sbagliare e per questo motivo, in caso di accertamento fiscale, è bene prestare attenzione al fatto che tutto sia stato eseguito in modo corretto. In caso contrario, infatti, l’accertamento fiscale è da considerarsi, in determinati casi, nullo. Questo è quanto si evince dalla sentenza numero 21767 del 7 settembre 2018 della Cassazione. In base a quest’ultima, infatti, l’accertamento fiscale è nullo in assenza di “preventivo contraddittorio”.
Entrando nei dettagli, quindi, è bene sapere che se l’Agenzia delle Entrate dimentica di chiamare in causa la parte accusata, allora l’accertamento e le relative sanzioni sono annullabili. Il Fisco, infatti, deve obbligatoriamente ascoltare le ragioni della parte accusata e non optare direttamente per l’accertamento.
Nel caso preso in esame con la sentenza poc’anzi citati, ad esempio, la Commissione Tributaria Provinciale di Lecce ha annullato due accertamenti IVA. In particolare in seguito alle opportune indagini è stato scoperto che ad alterare le dichiarazioni della contribuente era stata la commercialista. La cittadina oggetto di accertamento fiscale, pertanto, era in realtà la parte lesa.
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Se l’Agenzia delle Entrate avesse provveduto a convocarla per un confronto preventivo, così come previsto d’altronde dalla legge, molto probabilmente il soggetto interessato avrebbe potuto dimostrare la propria innocenza prima di dover fare i conti con l’accertamento. Per questo motivo, in assenza di “preventivo contraddittorio”, l’accertamento fiscale e le relative sanzioni sono annullabili.