Le donazioni di denaro ai parenti sono una pratica comune. Ma forse non tutti sanno che ci sono dei fattori da tenere in considerazione: il Notaio e le Tasse.
Chi non ha mai ricevuto denaro da un genitore in un momento di difficoltà? Probabilmente sono davvero pochi quelli che non hanno mai “battuto cassa” a mamma e papà, ai nonni, agli amici. Un’abitudine tra l’altro, questa, tipica delle nuove generazioni, sempre a combattere tra lavoro precario e carovita. La “lunga mano della Legge”, però, arriva anche in questo contesto e prevede addirittura degli obblighi. E non esserne a conoscenza può costare molto caro.
Le donazioni di denaro, infatti, vengono viste dal Fisco come dei veri e propri “contratti”, di conseguenza sono normate. Ma allora bisogna sempre dichiarare tutto? Si devono pagare delle tasse? Quali sono le procedure da eseguire? Andiamo a capire quali sono i casi presi in considerazione dall’Agenzia delle Entrate.
Quando si parla di donazione, si intende la cessione a titolo spontaneo di una somma di denaro o di un bene, come ad esempio un immobile. La Legge contempla degli obblighi solo quando questa donazione assume un valore importante, e non esiguo. Inoltre, non tutti possono fare donazioni. Come per altre pratiche, sono abilitati a donare soldi o beni solamente i maggiorenni. Sono esclusi da questa possibilità quei soggetti giuridici che hanno anche altre limitazioni, come appunto i minorenni, gli interdetti, gli inabilitati e chi non ha la capacità di intendere e di volere. Inoltre, se questo tipo di figura è la parte ricevente, il “contratto” dovrà sempre essere gestito dal tutore legale.
Ma quand’è che viene individuata la soglia tra donazione senza obbligo e donazione da dichiarare? L’importo in denaro ad esempio che per una persona può essere irrisorio per altri può essere considerato enorme. La Legge allora fissa un parametro per capire quando scatta l’obbligo di denuncia al Fisco e l’esecuzione dell’atto notorio. Per esempio, il “modico valore” può essere inquadrato in una cifra di di 500/1000€, somma che può essere donata a un figlio o a un amico senza necessità di denuncia al Fisco. Anche se, per non rischiare controlli, è sempre bene eseguire un bonifico e inserire la causale “per aiuto famiglia” o simili.
Quando invece viene donato un immobile, o somme ingenti, è necessario far redigere un atto pubblico da un notaio in modo da giustificare in maniera legale lo spostamento del bene o del denaro in oggetto. Chi riceve la somma o il bene, dovrà poi pagare un’imposta, basata su aliquote diverse in base alla situazione. L’Agenzia delle Entrate infatti riporta la scheda completa delle casistiche prese in considerazione.
Più nello specifico, le Aliquote e franchigie sono determinate dal rapporto di parentela tra il beneficiario e il donante: si applica il 4% per il coniuge e i parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente 1 milione di euro, per ciascun beneficiario; il 6% per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente 100.000€, per ciascun beneficiario; il 6% sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado; l’8% sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per le altre persone.
Infine, se a beneficiare del trasferimento è una persona portatrice di handicap grave l’imposta si applica sulla parte del valore della quota che supera 1.500.000€, a prescindere dal grado di parentela tra i soggetti coinvolti.