Esiste ed è già anche in Italia, la pillola per curarsi dal Covid: ecco come verranno distribuite le altre e quando.
Presto finalmente, potremo andare in farmacia a chiedere un Paxlovid oppure una Remdesivir o anche un pacco di Molnupiravir. Per quanto siano assolutamente nomi classici da farmaco, in realtà siamo di fronte ad una svolta epocale. Presto, potremo accedere alla pillola anti-Covid.
Per quanto possa sembrare quasi non vero, le cose stanno migliorando perché ovviamente anche una pandemia non durerà per sempre. Già è diverso ora viaggiare da e verso l’Italia, ci sono i vaccini e presto per fortuna, ci si potrà anche curare dal Covid. I tre nominati infatti, risultano essere farmaci antivirali.
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Quando arriverà la pillola per Covid nelle nostre case
In realtà però dovremmo chiamarle medicine e non pillole nella totalità, perché se due di queste lo sono, ovvero Paxlovid di Pfizer e Molnupiravir di Merck, Remdesivir per ora esiste solo da somministrare per endovena. Per ora, questi farmaci arriveranno alle autorità sanitarie, si prevede che ne verranno distribuiti 600mila in Italia per tutto il 2022. La distribuzione però, è già avviata, ed in queste ore arriverà la prima pillola di Pfizer allo Spallanzani di Roma.
Essa, è fortemente consigliata per una terapia delle persone adulte, senza ossigeno supplementare e presentano un aumentato rischio di malattia grave. Essendo una pillola preventiva, evita l’aggravarsi dell’infezione, ma non espelle il virus dal nostro corpo. Quindi, deve essere somministrato il prima possibile e comunque entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi.
Discorso diverso per Remdesivir che vale per sintomi anche di sette giorni ma su adulti non ospedalizzati e non in ossigeno-terapia. La soluzione in endovena continuerà per tre giorni. Molnupiravir infine è per pazienti non ricoverati ma con insorgenza lieve o moderata. Anche per essa, il consiglio è di una somministrazione entro i 5 giorni dalla positività, il trattamento dura cinque giorni ed è sconsigliato in gravidanza o fase di allattamento.
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Distribuzione: viene fatta dalla Struttura Commissariale alle Regioni e per la sua prescrizione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio che avrà a disposizione l’Aifa. Al paziente, non dovrebbero costare nulla, probabile che siano tutti però su prescrizione o previo tampone positivo. Non sostituiscono i vaccini. Essi aiutano il sistema immunitario a respingere il virus, mentre i farmaci potrebbero aiutare solo a non farlo diventare pericoloso, ma una volta che sarà entrato nelle persone.
Naturalmente, chi è vaccinato ed avesse sintomi, potrà accedere a questi farmaci. Il mondo, dovrebbe conoscere le prime 120 milioni di dosi per cicli di trattamento di Pfizer entro il 2022. Sia il suo farmaco che quello della Merck, avranno un costo coperto dal sistema sanitario nazionale, almeno in Italia.