Test Covid, la beffa dei tamponi: caos totale, cosa succederà adesso?

Test Covid, dal 1 febbraio 2022 la richiesta dei tamponi aumenterà a dismisura, ma è caos totale. Ecco cosa sta succedendo

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L’allarme tamponi era già stato sollevato in diverse occasioni, ma sembra che la notizia non abbia suscitato particolare interesse. Almeno fino ad ora, perché da martedì prossimo, 1 febbraio 2022, la questione tornerà senz’altro alla ribalta. Lo scandalo sta investendo soprattutto i tamponi fai-da-te, molto utilizzati ultimamente a causa delle difficoltà nelle prenotazioni di quelli molecolari.

Test Covid, i tamponi fai-da-te, i molecolari e le farmacie. Il punto della situazione

I cittadini italiani sono ormai allo stremo. Da troppo tempo devono convivere non solo con un virus molto pericoloso ma anche con le nuove direttive, che cambiano così spesso da risultare al limite della compulsività. I tamponi sono divenuti il nuovo supplizio, nonché una nuova tassa, perché servono un giorno sì e uno no. Vaccinati o non vaccinati, c’è sempre una motivazione per doversi sottoporre a questo esame invasivo. E costoso, bisogna aggiungere.

Non parliamo poi della terminologia: molecolare, PRC, Test Rapido, falso negativo, falso positivo, asintomatico. E tante altre parole che giocoforza sono dovute entrare a far parte del nostro vocabolario. Ecco che in caso di necessità, non si sa più a quale tampone votarsi, per riprendere una simmetria religiosa. Ultimamente il Governo – per semplificare procedure ingarbugliate che lui stesso ha creato – permette ai cittadini di sottoporsi autonomamente alla diagnosi del Covid. Questo perché le ASL sono in tilt e le farmacie pure.

I tamponi fai-da-te, invece, sono sempre disponibili. Si possono acquistare ormai anche dal fruttivendolo, per la modica cifra di 10€. I cittadini possono quindi verificare le proprie condizioni di salute “in tutta libertà”. Sarebbe tutto molto bello, se non vi fosse la triste realtà, che rischia di scombussolare, ancora una volta, la vita quotidiana delle persone.

I test fai-da-te hanno un problema

Sembra che i tamponi fai-da-te non funzionino. O meglio, tecnicamente il prodotto in sé è efficace, il problema è che le persone non hanno la capacità di usarlo correttamente. Le istruzioni all’interno della confezione sono piuttosto chiare. Bisogna igienizzare le mani, infilare il tampone in entrambe le narici, inserirlo poi nella provetta con il liquido, attendere 15 minuti precisi, riportare poi 3 gocce sul dispositivo… e aspettare le linee rosse. Un po’ come i test di gravidanza: una linea = negativo; 2 linee = positivo.

Sorgono spontanee alcune considerazioni: per quanto tempo il tampone va tenuto nel naso? E se sono trascorsi più o meno di 15 minuti che si fa? Ma saranno state davvero 3 gocce quelle cadute nel dispositivo, o no? Insomma, il risultato è che la maggior parte di questi test non dà un risultato sicuro.

Anche Alberto Chiriatti, Vice Segretario Regionale della Fimmg Lazio, ha espresso il suo parere: “I fai da te non vengono spesso eseguiti correttamente, ci sono state persone che a fronte di una sintomatologia riconducibile al Covid, febbre o raffreddore, o anche senza soffrire di nulla e dunque a mero scopo di controllo, hanno svolto il tampone a casa da soli risultando negativi quando invece erano positivi.

I rischi di test Covid con diagnosi errate

Con la pandemia che sembra ormai alla fine, il rischio è che invece riprendano i focolai. Intere famiglie potrebbero essere positive al Covid senza saperlo, e continuare a girare indisturbate a contagiare altre persone. Non bisogna dimenticare, infatti, che anche chi è vaccinato può trasmettere il virus.

Dal 1 febbraio, quando moltissime persone in più dovranno sottoporsi ai test a causa delle restrizioni, potrebbe succedere il paradosso. Picco in salita di nuovi casi, allarmi da parte del Ministero della Sanità e l’incubo di nuovi lockdown.

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