Lavorare in nero per un’azienda non è mai una buona idea. Ecco quali possono essere le ripercussioni per entrambe le parti
Purtroppo nonostante il passare degli anni la piaga del lavoro in nero non è ancora stata estirpata dal nostro paese. Chi la persegue ancora rischia sanzioni di non poco conto.
Iniziare un rapporto lavorativo senza seguire le regolari procedure contrattuali è un atto scorretto da parte del datore di lavoro, che nel caso in cui venga sorpreso rischia delle multe di non poco conto.
Al contempo anche il dipendente va in contro a guai seri a cui bisogna aggiungere la mancanza dei principali diritti spettanti ad un lavoratore. Niente ferie, niente malattie, niente contributi solo per citare alcuni esempi, ma se ne potrebbero menzionare tanti altri ancora.
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Nello specifico il gestore che si macchia di questa irregolarità può ritrovarsi a pagare da 1.500 a 9.000 euro per ciascun lavoratore irregolare fino a 30 giorni. Naturalmente più passa il tempo, più la cifra da corrispondere a titolo di contravvenzione lievita.
Un caso ancora piuttosto diffuso è quello della mancata formalizzazione dell’assunzione del lavoratore che di fatto non è in regola. Magari si inizia con un periodo senza contratto con la promessa di farlo nel giro di poco tempo.
A quel punto però qualora vengano effettuati dei controlli, scaturirebbero delle conseguenze per entrambe le parti. Già detto del datore di lavoro (tra i 31 e 60 giorni potrebbe ritrovarsi a pagare una multa tra i 3.000 e i 18.000 euro), il lavoratore può avvalersi di una serie di norme che tutelano la sua posizione.
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L’assunzione in nero da parte del datore di lavoro si configura in una vera e propria infrazione della legge, oltre che dei diritti basilari del dipendente. Oltre a violare i benefici previsti in termini retributivi e previdenziali, così facendo si vanno a ledere anche i diritti legati alla dignità del soggetto che presta servizio.
Per effetto di ciò, il lavoratore può denunciare il suo capo in caso di rapporto lavorativo non conforme alle norme all’Ispettorato del lavoro istituito alla Direzione provinciale del lavoro. All’interno di questa devono essere contenuti i dati relativi all’accordo, alle mansioni svolte, al giorno di inizio del lavoro, agli orari e alla retribuzione percepita.