Entro il 31 gennaio, andrà presentata la dichiarazione sostitutiva per l’esonero dal Canone Rai. Tardare anche di un solo giorno sarebbe alquanto deleterio.
Guai a toccare il tasto Canone Rai. Mai visto di buon occhio dagli italiani, nelle ultime settimane è stata addirittura più volte avanzata l’ipotesi dell’aumento.
Un’ipotesi appunto. Abbastanza, però, per far scatenare il dibattito dell’opinione pubblica, sempre più interconnessa con le offerte della tv ma sempre poco entusiasta all’idea di dover pagare un servizio domestico accessibili anche su altri device. E’ così da sempre, ancor di più dall’introduzione dell’importo dovuto all’interno della bolletta dell’elettricità. Una decisione adottata per impedire l’evasione della tassa (perché di tassa si tratta) presupponendo, di fatto, che ogni nucleo familiare possieda perlomeno un apparecchio in grado di trasmettere i programmi della rete pubblica nazionale.
E’ così in parte. Tuttavia, anche su questo fronte le cose potrebbero cambiare, vista la possibilità estremamente concreta che dal 2023 Canone Rai e bolletta tornino a essere separati. Questo non significa, chiaramente, che la tassa sulla tv sarà rimossa ma solo che sarà necessario ricordarsi di pagare un bollettino a parte. Almeno, questo è ciò che dovranno fare coloro tenuti a versare la tassa. Non bisogna dimenticare, infatti, che alcuni contribuenti sono esentati dal pagamento, a patto di presentare apposito modello di dichiarazione sostitutiva. In sostanza, dovranno dimostrare di avere effettivamente diritto all’esenzione.
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Attenzione alle date. Anche qualora si abbia diritto all’esonero dal Canone Rai, sarà necessario presentare l’apposita documentazione entro dei tempi prestabiliti. Una delle scadenze è decisamente prossima: lunedì 31 gennaio, infatti, sarà l’ultimo giorno disponibile per inviare all’Agenzia delle Entrate il modello di dichiarazione. Altrimenti, bisognerà aspettare la nuova data spartiacque, ovvero il 30 giugno. Nel frattempo, però, il semestre sarà da considerare a tutti gli effetti tassabile. Questo perché, qualora si richieda entro il 31 gennaio, l’esonero sarà valido per tutto l’anno. Diverso il caso di una richiesta inoltrata al 30 giugno che, di fatto, renderà esentabile solo il semestre successivo.
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Ecco perché la data di scadenza va tenuta in debita considerazione. Se la dichiarazione sostitutiva viene presentata in data successiva al 31 gennaio 2022, comunque non oltre il 30 giugno, l’esenzione sarà valida solo per il secondo semestre. In sostanza, la data del 31 gennaio diventa fondamentale per riuscire a ottenere un esonero di 12 mesi. Tardare anche di un solo giorno significherebbe rimetterci ben sei mesi, nonostante il ritardo nella presentazione del documento sia di fatto contenuta. Non presentare la dichiarazione nemmeno entro il 30 giugno, costerà di fatto l’esonero per tutto l’anno. Inoltre, bisogna tener presente che il documento avrà validità annuale. Il che significa che, in caso di presentazione nel 2021, sarà necessario presentarla nuovamente nel 2022. Le procedure sono standard: l’applicazione disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate oppure via PEC, all’indirizzo cp22.canonetv@postacertificata.rai.it. Altrimenti si potrà procedere in via cartacea. L’importante è che si proceda celermente. Oppure si dovrà metter mano al portafogli.