Occhio ai continui cambiamenti riguardanti il Superbonus 110%. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo assieme cosa rischiano imprese e condomini.
Casa dolce casa, il posto sicuro dove potersi rifugiare e staccare finalmente la spina dai vari impegni della vita quotidiana. Non stupisce, quindi, che ognuno di noi cerchi di rendere la propria abitazione il più confortevole possibile e soprattutto in grado di rispecchiare i propri gusti.
Non sempre, però, si dispone della liquidità necessaria per riuscire a fronteggiare tali spese, tanto da decidere di rinviare. Proprio in tale ambito, fortunatamente, giungono in nostro aiuto degli importanti incentivi come il Superbonus 110%. Quest’ultimo, come noto, è volto ad incentivare gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione degli edifici, elevando al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per lo svolgimento di determinati tipi di interventi.
Allo stesso tempo bisogna rispettare determinati requisiti e parametri, sempre al fine di poter beneficiare di tale agevolazioni. Se tutto questo non bastasse, ci si ritrova a dover fare i conti con continui cambiamenti che non rendono di certo facili le cose. Sorge, quindi, spontanea una domanda: cosa rischiano imprese e condomini a causa di questi cambiamenti? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
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Qualche tempo fa abbiamo visto assieme quali sono le città più costose e quelle dove invece conviene investire. Oggi, invece, ci soffermeremo sul Superbonus 110% che, come risaputo, continua ad essere oggetto di continui cambiamenti.
Ne è un chiaro esempio l’ultima novità che riguarda il divieto di cessione a catena del credito fiscale. Una decisione che non è passata di certo inosservata e che porta inevitabilmente a fare una riflessione su come questi continui cambiamenti rischino di rivelarsi la causa di ulteriori incertezze.
Non solo tra i condomini e proprietari di immobili, ma anche, spesso, tra gli stessi addetti ai lavori. Proprio in tale ambito, pertanto, è intervenuta l’ANCE, ovvero l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili che chiede, proprio soffermandosi sul Superbonus 110%, uno stop alle continue modifiche.
In base a quanto si evince dal sito dell’ANCE, infatti, lo stesso presidente Gabriele Buia, ha affermato: “Basta con i continui cambiamenti al funzionamento del Superbonus. L’incertezza delle regole, anche con provvedimenti retroattivi, scoraggia il mercato e le imprese più serie”.
Per poi aggiungere: “Giusto l’obiettivo di contrastare le frodi ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato”.
Proprio al fine di contrastare le frodi, d’altronde, la stessa ANCE ha “chiesto da tempo regole chiare per evitare speculazioni, come l’introduzione di prezzari di riferimento per tutti i bonus e un sistema di qualificazione delle imprese, visto il recente proliferare di operatori improvvisati“.
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Una situazione, quella che riguarda il Superbonus 110% e i suoi continui cambiamenti, che rischia quindi di avere delle ripercussioni non da poco sulle imprese del settore, oltre che sulle stesse famiglie. Questo in quanto, come sottolinea Buia: “sarà ben difficile per le imprese cedere i crediti e di conseguenza saranno penalizzate proprio le famiglie più bisognose“.