Cessione del credito, la strada si complica: il rischio è la perdita del bonus

Aumentano i dubbi in merito alla procedura per l’accesso ai bonus edilizi. Il rischio concreto è la perdita dei requisiti.

Sempre più spesso ci troviamo di fronte a situazioni di stallo in base alla cessione del credito a terzi. La mancata possibilità di ulteriore cessione spesso complica l’intera procedura rischiando di danneggiare i cittadini.

Superbonus 110% frode
Foto © AdobeStock

Non c’è pace per coloro i quali provano ad accedere ad uno dei bonus maggiormente ambiti dai cittadini italiani. Il riferimento è chiaramente al Superbonus 110%. Milioni di italiani alle prese oggi con la cessione del credito a terzi. Spesso l’affare però rischia di complicarsi grazie ad alcune modifiche introdotte dal Governo nell’utilizzo della misura stessa. Nel decreto Sostegni-ter è dunque prevista una sola cessione del credito stesso. Questo significa che nel caso in cui si adottasse questa soluzione colui che lo riceva di fatto non potrà ulteriormente cederlo.

In caso poi di sconto in fattura le stesse imprese potranno cedere il credito in questione a banche o ad altri soggetti ma queste non potranno fare altrettanto. Numerose le modifiche negli ultimi mesi della stessa norma insomma che di fatto hanno portato a diversi cambi nella stessa applicazione della misura. Con la legge n°234/2021, Legge di bilancio 2022, si è deciso, di fatto che non fosse più necessario il visto di conformità con tutte le relative asseverazioni o attestazioni, al fine di giungere allo sconto in fattura o alla cessione del credito per una serie di precise situazioni.

Cessione del credito, la strada si complica: le situazioni previste dal nuovo regolamento del Governo

Il visto di conformità con relative attestazione non risulta quindi necessario per i casi che seguono:

  • le opere già classificate come “attività di edilizia libera” ai sensi dell’articolo 6 del TU edilizia (D.P.R. n. 380 del 20021), del D.M. 2 marzo 2018 (glossario contenente l’elenco non esaustivo delle principali opere edilizie realizzabili in regime di attività edilizia libera) e della normativa regionale, e
  • gli interventi di importo complessivo non superiore a 10.000 euro, eseguiti sulle singole unità immobiliari o sulle parti comuni dell’edificio, fatta eccezione per gli interventi relativi al cd. bonus facciate.

Lavorare nell’edilizia, il settore è un piena crescita. E non solo per i superbonus

Il nuovo decreto Sostegni-ter, approvato la scorsa settimana dal Governo ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale dispone inoltre che:

  • in caso di opzione per la cessione del credito, colui che lo riceve, che sia l’impresa, la banca o altro soggetto non potrà cederlo ulteriormente;
  • inoltre, in caso di sconto in fattura, le imprese potranno si cedere il credito alle banche o ad altri soggetti, ma quest’ultimi non potranno cederlo a loro volta.

Il Governo ha inoltre previsto una soluzione per i crediti he alla data del 7 febbraio 2022 siano stati già oggetto di cessione possono ulteriormente soggetti a cessione. La questione sembra dunque essere abbastanza chiara. Al momento sono i cittadini a doversi di conseguenza regolare, che siano soggetti destinatari del bonus direttamente o titolari di imprese edilizie. La dinamica, di fatto, tocca gli interessi di tutti i soggetti in campo. Il Governo con l’ennesimo intervento in merito alla questione Superbonus 110%. Una delle misure più ambite di sempre, molto complessa e difficile, in alcuni casi da ottenere.

I cittadini in ogni caso non mollano, lo dicono i dati. Nei prossimi mesi, certo il discorso potrebbe ulteriormente cambiare. Per ora, si resta in attesa, sperando che non arrivino altri risvolti a guastare i piani dei vari soggetti coinvolgi nella potenziale applicazione della misura stessa.

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