Occhio alla prescrizione del bollo auto, in quanto non sempre è possibile fare il ricorso. Ma per quale motivo? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere.
Alle prese con gli impegni di lavoro, quelli di famiglia, ma anche bollette e tanto altro ancora, sono davvero molte le spese da dover puntualmente sostenere. Se poi si aggiunge l’impatto negativo del Covid sull’economia, ecco che, purtroppo, la situazione per molte famiglie si aggrava ulteriormente. Questo in quanto non sempre si riesce a pagare i vari beni e servizi. Diverse, d’altronde, sono le voci che vanno ad incidere sul bilancio famigliare, come ad esempio i costi per l’auto.
Tra questi si annovera senz’ombra di dubbio il bollo auto che deve essere pagato ogni anno da tutti coloro che possiedono un mezzo. Proprio soffermandosi sulla tassa automobilistica, quindi, sono in tanti a chiedersi quali siano i termini di prescrizione da considerare e soprattutto se e quando è possibile far valere i propri diritti. Entriamo quindi nei dettagli per vedere tutto quello che c’è da sapere in merito.
I prezzi delle materie prime sono alle stelle, tanto che si temono forti rincari per molti alimenti, come pasta e pane. Se tutto questo non bastasse vi sono in molti che rischiano di dover fare i conti con l’ennesima stangata a causa del bollo auto. Proprio per questo motivo si invita a prestare particolare attenzione ai termini di prescrizione, onde evitare spiacevoli inconvenienti.
Oltre ai tributi di competenza dello Stato, infatti, anche quelli locali non sono più dovuti una volta decorso il termine di prescrizione. Nel caso del bollo auto, bisogna sapere che il termine di prescrizione è di tre anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa automobilistica doveva essere versata.
Nel caso in cui, ad esempio, una persona non abbia pagato il bollo auto inerente l’anno 2019, pertanto, la Regione ha tempo fino al 31 dicembre del 2022 per notificare l’avviso di accertamento con relativa intimazione a versare la somma dovuta. Entrando nei dettagli, quindi, questo vuol dire che il bollo auto non è più dovuto trascorsi tre anni durante i quali non è mai arrivata una cartella di pagamento.
Solo in questo caso l’automobilista può avvalersi del termine di prescrizione del bollo auto. È bene però ricordare che la cancellazione non è mai automatica. È infatti compito del proprietario stesso del veicolo presentare il ricorso, al fine di ottenere la relativa cancellazione.
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Il ricorso bollo auto per prescrizione, quindi, può avvenire solamente se nel corso dei tre anni dalla scadenza la Regione non abbia mai preteso nulla all’automobilista interessato. A titolo di esempio, quindi, interesserà sapere che alla data del 31 dicembre 2021 si è prescritto il bollo auto di competenza del 2018, mentre al 31 dicembre 2022 si prescriverà quello di competenza del 2019 e così via.
Se nel corso di questi tre anni, però, la Regione notifica un avviso di pagamento, ecco che l’automobilista dovrà provvedere al pagamento della tassa automobilistica. Proprio per questo motivo, prendendo sempre a titolo di esempio il bollo auto del 2018, se l’amministrazione regionale non ha mai contestato nulla entro il 31 dicembre del 2021, allora il soggetto interessato può fare ricorso e avvalersi della prescrizione.
Se invece la Regione ha provveduto ad inviare apposita notifica nel corso degli ultimi tre anni, allora non è possibile avvalersi della prescrizione. In questo caso, infatti, il termine di prescrizione viene interrotto e slitta di tre anni. Tra gli atti interruttivi della prescrizione del bollo auto, ricordiamo, si annoverano l’avviso di accertamento da parte della Regione e il sollecito di pagamento. Ma non solo, anche la notifica della cartella esattoriale, l’intimazione di pagamento da parte dell’agente della riscossione esattoriale, il preavviso di fermo dell’auto e l’atto di pignoramento.
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Fare il ricorso e avvalersi della prescrizione del bollo auto, quindi, è possibile, ma solamente nel caso in cui la Regione non abbia mai preteso nulla nel corso dei tre anni dalla scadenza della tassa in questione. Meglio quindi prestare attenzione a tempistiche e notifiche, onde evitare spiacevoli sorprese.