Come avviene l’invio da parte dell’Agenzia delle Entrate, degli avvisi bonari e cosa significa riceverne uno: tutto ciò che serve.
Il Governo è assolutamente fermo nel voler risolvere il cosiddetto tax gap, ed i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sono triplicati. Fare sempre più attenzione quindi alla compilazione di documenti come le dichiarazioni dei redditi, perché trovarvi anche la più impercettibile delle anomalie, non è certo difficile, se si volesse.
Attenzione però alle comunicazioni. Una mail proprio a nome delle Agenzie delle Entrate che sta girando, altro non è che una truffa. Quindi, occhi aperti. Ad ogni modo, la risoluzione della tax gap, introdotta nel Pnrr, è dovuta alla forte evasione fiscale che campeggia nel Paese. Per questo, il Governo adotta principalmente due armi: la dichiarazione precompilata IVA, che entro il 30 aprile 2023 raggiungerà la disponibilità di 2,3 milioni di contribuenti, e il potenziamento dei controlli sulla cosiddetta compliance.
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Avvisi bonari: quando arrivano a noi
La tecnologia messa a disposizione del Fisco, adesso potrebbe far diventare i controlli più minuziosi e forse ai nostri occhi, più severi. Gli obiettivi del Governo tra l’altro sono chiari e racchiusi tutti in poche righe di presentazione del progetto Pnrr, dove è fatto noto che entro il 2022, si considera che le lettere di compliance inviate aumenteranno del 30%, mentre gli incassi con questa tattica, salirebbero del 20%.
Le lettere a cui viene fatto riferimento, sono missive attraverso cui l’Agenzia delle Entrate fanno sapere al contribuente che un’anomalia è stata ravvisata, e che quindi sono necessari dettagli maggiori se non nuovi documenti, in alcuni casi. E poi sempre l’Agenzia, ha anche il diritto di usare gli avvisi bonari, ovvero dei messaggi al contribuente atti ad informarlo che le irregolarità rilevate, valgono una sanzione. Dallo stesso sito dell’Agenzia, capiamo che le comunicazioni di irregolarità a seguito di controlli automatici vengono inviate o con raccomandata A/R presso il domicilio fiscale del contribuente che ha emesso direttamente la dichiarazione, oppure mediante una PEC all’indirizzo risultante dall’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata detta INI-PEC o attraverso il canale Entratel, ad eventuale intermediario che si occupa di inviare in via telematica la dichiarazione.
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Però non c’è da rassegnarsi quando arriva un avviso bonario, perché non è detto che il Fisco non possa essere in errore. Il consiglio è recarsi da un professionista o ad un Caf, oppure ci si può rivolgere in maniera privata o al 800.90.96.96 da fisso oppure allo 0696668907, o ancora andare ad un ufficio dell’Agenzia. Ovviamente, portando le prove sul fatto che vi sia un errore. Qualora ci fossero davvero degli errori di compilazione, non ci resta che pagare la moratoria. Farlo nei tempi descritti non farebbe andare incontro ad ulteriori sanzioni attivati dalla procedura di riscossione.