Chiedere un prestito non è una decisione da prendere a cuor leggero. Le variabili sono molte e tutte decisive. Soprattutto l’interesse applicato.
Per quanto si cerchi di cavarsela sempre con le proprie forze, qualche imprevisto è sempre da mettere in conto. Specie se si sta costruendo la propria vita, affrontando tutte le spese necessarie in un momento come questo, caratterizzato da una pandemia ancora in corso e da tutte le difficoltà che ne conseguono, anche su un piano economico. Per questo il ricorso alla pratica del prestito non può stupire più di tanto. E non solo per quanto riguarda spesse grosse, come quelle per la casa. Il mutuo è infatti un discorso a parte, con regole proprie e garanzie particolari, necessarie per far sì che una banca decida effettivamente di concedere soldi per l’acquisto di un immobile.
Esistono forme di prestito decisamente più contenute, pari a poche migliaia di euro, solitamente più gestibili. Specie se compresi entro cifre sostanzialmente esigue, da 1.000 a 5 mila euro al massimo. In questi casi, come del resto avviene per il mutuo, vanno analizzati con cura i tassi di interesse, vero elemento di equilibrio fra chi richiede il prestito e chi lo concede. E non è detto che a erogarlo sia una banca. Vi sono infatti delle finanziarie piuttosto note che permettono di ottenere un prestito a tassi agevolati ma comunque da tenere in considerazione. Perché nessun ente vuole rimetterci. E nemmeno andarci paro.
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Prestito, dalle banche alle finanziarie: gli interessi più ridotti
Nessuna sorpresa quindi. Il tasso d’interesse sul prestito è qualcosa di consequenziale e quindi inevitabile. Ma su un finanziamento contenuto (come detto di massimo 5 mila euro) si potrebbe riuscire a ottenere qualche vantaggio? Dipende dall’operatore al quale ci si rivolge, oltre che dall’entità della cifra richiesta. Tendenzialmente, le cifre non superano l’8,50% di interesse, richiesto dalla banca Intesa Sanpaolo. Più vantaggiosa una finanziaria come Findomestic, che propone mediamente un 6,25%. L’orizzonte della cifra non è casuale: durante il periodo della pandemia la richiesta di prestiti è spesso coincisa su numeri compresi fra 1.000 e 5 mila euro, richiesti sia famiglie che da singoli. Somme abbastanza contenute e, forse per questo, più gettonate dai contribuenti. Comunque utili per sopperire a delle situazioni di emergenza.
Le società finanziarie sono di fatto un’alternativa alle banche. E anche piuttosto popolare. Agos, ad esempio, offre importi fino a un massimo di 30 mila euro per prestito personale. Quanto a tassi di interesse, su un importo di 3 mila euro è previsto un taeg del 7,18% e un tan fisso del 6,95%. In pratica, su 3 mila euro netti, se ne restituirebbero 3.617 in rate mensili da 75,36 euro. Per quanto riguarda Findomestic, sempre prendendo a riferimento la medesima cifra, ci si attesta a un tan del 6,25%, mentre il taeg si attesta a 6,58%. La restituzione sarebbe quindi maggiore con rata mensile più alta (76,70 euro), per un totale di 3.682 euro.
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Nemmeno Poste Italiane si tira indietro. Qui le proposte sono diverse ma anche le garanzie da fornire saranno più strutturate. Fra i prestiti offerti da Poste, figura il Prestito BancoPosta Consolidamento, che consente la richiesta di cifre tra 3 mila e 50 mila euro. I piani di rimborso saranno fra 24 e 96 mesi, con tasso fisso tan all’8,40% e taeg all’8,77%. Detto di Intesa Sanpaolo, che permette la restituzione di 3 mila euro a 36 mesi (tan 8,50% e taeg 8,82%), Deutsche Bank applicherebbe un tasso d’interesse nominale l’anno del 7,16%. Questo significa che su 5 mila euro di prestito, se ne restituirebbero quasi 7 mila.