La disoccupazione fa ancora paura. E soprattutto i lavoratori più giovani ne risentono, necessitando ancora di sostegni specifici.
La politica assistenziale del Governo è stata mantenuta dalla Legge di Bilancio, anche se in versione più ridotta. Nel senso che i bonus continueranno a essere concessi ma in forma progressivamente più esigua, fino a essere del tutto azzerati. Una scelta che si orienta da qui a un paio d’anni, con la speranza che le circostanze non richiedano ulteriori restrizioni che vadano a inficiare ancora la ripresa. Il quadro, però, è tutt’altro che incoraggiante. Nonostante i bonus messi in campo, infatti, la situazione per molti lavoratori colpiti dall’emergenza pandemica è ancora decisamente precaria. Anzi, in fin troppi casi si versa in stato di disoccupazione. Un ventaglio di contribuenti che il Reddito di Cittadinanza inquadra solo in parte.
I sostegni hanno riguardato anche loro. Per i quali, però, si è deciso di intervenire anche tramite delle politiche di reinserimento nel mondo del lavoro, rivolte perlopiù ai giovani. L’Italia, infatti, aveva registrato un calo nel tasso di disoccupazione, sceso al 9,2% a novembre. I numeri avevano tuttavia spinto il Governo a proseguire nel piano di sostegno ai cittadini privi di lavoro. E, in questo senso, sono da leggere anche le novità sul Reddito di Cittadinanza, che progressivamente andrà a ridursi parallelamente al rafforzamento del filo diretto con i Centri per l’impiego. I sostegni, però, non sono solo sul piano statale. Anche le Regioni, infatti, hanno predisposto alcuni incentivi per il reimpiego.
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Il sostegno ai disoccupati è la misura primaria. Ovvero, provvedere affinché l’assenza del lavoro non abbassi all’estremo gli standard di vita. Per il resto, intento del Governo e delle amministrazioni locali è quello di provvedere al reinserimento delle Naspi (e non solo) nel mondo del lavoro. Il quadro economico, infatti, non rende facile la ricerca di un impiego e nemmeno il mantenimento di un’attività professionale. Alcuni settori risultano ancora in estrema sofferenza, considerando le chiusure incorse nel periodo più duro della pandemia, dalle quali molte attività non sono riuscite a riprendersi.
Misure regionali
Per sostenere chi è senza lavoro, quindi, alle misure strettamente statali si aggiungono delle iniziative a livello territoriale, disposte anche per i percettori del Reddito di Cittadinanza. Il Lazio, ad esempio, ha messo in campo aiuti sotto forma di bonus da 600 euro al mese, per tutti i disoccupati fra i 15 e i 50 anni. Si tratta perlopiù di corsi di formazione o stage professionali. I requisiti per i più giovani (15-18 anni) riguarderanno il reddito familiare, il quale dovrà essere basso. Per i più grandi, invece, la disoccupazione dovrà essere da almeno 6 mesi.
Bonus anche per gli over 50, i quali non dovranno però ricevere né pensioni né altri sussidi statali. I 600 euro dovranno essere richiesti accedendo al sito della Regione Lazio. In caso di esito positivo, i richiedenti riceveranno una ricaricabile sulla quale accreditare per un anno i soldi previsti. Provvedimento simile anche per la Lombardia, con contributi a fondo perduto per il finanziamento di imprese e per chi si sforza ad assumere disoccupati o sospesi. I quali dovranno avere però avviato un percorso di Politiche attive a livello regionale per il reinserimento.
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L’importo del contributo va da un minimo di 5 mila per i 54enni (7 mila per le lavoratrici) a un massimo di 9 mila per gli over 55 (7 mila per gli uomini). Qualora il datore di lavoro assuma avendo meno di 50 dipendenti, scatteranno ulteriori 1.000 euro di bonus. Aiuti anche in Emilia-Romagna: i percorsi di formazione disposti riguarderanno i giovani laureati, con voucher in dotazione da 1.500.000 euro, destinata a finanziare gli assegni formativi in qualità di rimborso della quota di iscrizione. Il tetto massimo sarà di 6 mila euro.