Frutta secca, gli scienziati concordano: ecco perché fa bene

La frutta secca, consumata regolarmente, funziona. Noci, nocciole e mandorle del periodo di Natale possono dare una mano alla salute, oltre che alla tradizione.

Frutta secca glicemia
Foto da Pixabay

Le tradizionali mangiate delle Feste di Natale non prevedono solo dolciumi ed elaborati primi piatti. Molte famiglie apprezzano un fine pasto a base di frutta secca, alle noci alle mandorle, passando per le nocciole e i pistacchi. Un’abitudine che, molto spesso, accompagna anche le altrettanto tradizionali partite a carte, a tombola o a giochi da tavolo vari che caratterizzano i dopo-pasto. Ma visto che Natale è ormai alle spalle e le numerose varietà di frutta secca continuano a essere parte del cibo di stagione, viene da chiedersi se una consuetudine simile sia anche utile per la nostra salute. Perché si sa, le noci possono essere come un qualsiasi stuzzichino per chi ne è golosa.

Ma se una tira l’altra, bisogna anche entrare nell’ottica di dover proporzionare la predisposizione al consumo alle proprie condizioni di salute. Generalmente, la frutta secca non inficia nello stato di salute delle persone con diabete oppure affette da patologie come l’obesità. Tali alimenti, infatti, consentono un discreto apporto di acidi grassi essenziali, non prodotti dal nostro corpo, oltre che di vitamina E, proteine e minerali. Un apporto confermato da studi scientifici, soprattutto per quanto riguarda le noci, utili per abbassare il colesterolo cattivo. Addirittura, un consumo ponderato potrebbe fornire barriere naturali contro il diabete di tipo 2 e conseguenze cancerogene.

Frutta e verdura, allarme pesticidi: l’elenco dei prodotti più a rischio

Frutta secca, gli effetti positivi di un consumo regolare

Attenzione però, perché come per tutti i cibi valgono regole precise in merito al consumo. La frutta secca, infatti, pur essendo un alimento eccellente per contrastare alcune malattie, può portare a un effetto boomerang se non consumata con criterio. Ad esempio, il contenuto calorico è sostanzioso: 2 o 3 noci al giorno, mangiate per un paio di volte alla settimana, sarebbero il quantitativo giusto secondo gli esperti. Eccedere potrebbe portare a conseguenze impreviste, specie su persone con determinate patologie. Un accorgimento importante dev’essere quindi rivolto alla quantità del consumo. Consumare noci, mandorle o nocciole in numero moderato permetterebbe di contrastare effetti deleteri, alzare le difese antiossidanti naturali, proteggere le arterie e abbassare il colesterolo LDL.

Melatonina, il regolatore del riposo notturno: il cibo che ci aiuta a dormire meglio

Secondo un’analisi pubblicata dal British Medical Jorunal, i benefici della frutta secca (inclusi anacardi, pinoli e pistacchi) si estenderebbero alla riduzione dei trigliceridi e della glicemia a digiuno. Ovvero due dei principali rischi della sindrome metabolica. Inoltre, gli scienziati dell’Università di Toronto del St. Michael’s Hospital, hanno esaminato gli effetti su 2 mila persone in base a 49 studi clinici controllati, evidenziando l’impatto positivo sui fattori di rischio delle malattie cardiache, oltre che del diabete o degli ictus. Il consumo regolare di frutta secca, infine, stabilizzerebbe i livelli di zucchero nel sangue, riducendo le conseguenze del diabete di tipo 2. Occhio alle quantità però. Tutto passa da lì.

Gestione cookie