Chi soffre di queste malattie ha diritto di vedersi riconoscere la pensione anticipata, senza tagli sull’assegno. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Il lavoro nobilita l’uomo, consentendoci di attingere a quella fonte di reddito necessaria per riuscire a far fronte alle varie spese quotidiane. Con il trascorrere degli anni, però, può capitare di dover fare i conti con acciacchi di vario genere, legati all’avanzare dell’età. Se tutto questo non bastasse, ci si può ritrovare a dover fare i conti con un peggioramento delle propria salute.
Una situazione che si verifica, purtroppo, molto più spesso di quello che si possa pensare e che può essere dovuta all’insorgere di alcune patologie. Proprio per questo motivo interesserà che chi soffre di queste malattie ha diritto di vedersi riconoscere la pensione anticipata, senza tagli sull’assegno. Ma chi ne ha diritto? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Reddito di cittadinanza e falsi invalidi, occhio ai furbetti: rubati 15 miliardi in due anni
Per accedere alla pensione bisogna essere necessariamente in possesso di determinati requisiti sia dal punto di vista anagrafico che dei contributi. Nonostante ciò c’è chi rischia di dover fare i conti con una brutta sorpresa, finendo per percepire un mini assegno. Una situazione, quest’ultima, che si verifica molto più spesso di quello che si possa pensare, soprattutto quando si esce dal lavoro prima del previsto.
In genere, infatti, chi esce dal lavoro da 1 a 5 anni in anticipo si vede applicare dei tagli sull’assegno. Fortunatamente, però, non è sempre così. Chi soffre di queste malattie, infatti, ha il diritto di vedersi riconoscere la pensione anticipata, senza tagli sull’importo del trattamento pensionistico. Ma di quali si tratta e soprattutto in presenza di quali requisiti questo è possibile?
Ebbene, entrando nei dettagli bisogna sapere che è possibile richiedere la pensione di vecchiaia anticipata nel caso in cui un lavoratore abbia 60 anni di età e 39 anni di contributi. Nel caso in cui il montante contributivo sia più basso, inoltre, è bene sapere che si può uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con 20 anni di contributi. Questo è possibile all’età di 56 anni se donna e a 61 anni se uomo.
Per poter beneficiare di tale trattamento economico, però, è necessario che venga riconosciuta un‘invalidità civile pari o superiore all’80%. A tal proposito, inoltre, è bene sapere che tale beneficio è concesso solamente ai lavoratori del settore privato. Non ne hanno diritto, invece, i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi.
Se tutto questo non bastasse, in base a quanto previsto dal Decreto legislativo 222/1984, il soggetto interessato deve ottenere l’invalidità pensionabile. In tale ambito, quindi, ricordiamo che possono ottenere la pensione anticipata senza subire tagli sull’assegno le persone affette da malattie oncologiche che si sottopongono a trattamenti chemioterapici.
Pensione a rischio, occhio al pignoramento: la verità che non ti aspetti
In tale circostanza, infatti, è possibile vedersi riconoscere un’invalidità superiore al 74%. Ma non solo, tale misura può essere richiesta anche da coloro che soffrono di disturbi psichici come ad esempio attacchi di panico e depressione. Si ricorda, inoltre, che sono varie le malattie croniche riconosciute come invalidanti da parte della Commissione dell’Inps. Per questo motivo, in caso di dubbio, può rivelarsi opportuno rivolgersi al proprio medico di famiglia, in modo tale da ottenere maggior informazioni in merito.