Il Cashback di Stato è ormai un ricordo ma quello di Poste continua a premiare i clienti. Il problema è che gli importi sono piuttosto bassi.
Nel 2022 non ci sarà più posto per il Cashback. Una decisione annunciata, confermata e ormai irreversibile. La forma di riaccredito pensata dal Governo Conte per incentivare i pagamenti tracciabili non avrà futuro ma, di sicuro, l’avrà la ragione che l’ha animata inizialmente. L’esecutivo, ormai prossimo a tagliare il traguardo dei primi dodici mesi, ha messo in campo regole stringenti già a partire da gennaio per quel che riguarda i metodi di pagamento. E, in questo senso, è bene sapere che non ci saranno incentivi monetari di sorta. Nemmeno dei piccoli rimborsi spese. Il vantaggio sarà la fruibilità di determinate agevolazioni fiscali, utili per i bonus come per altre forme di detrazione.
Nel frattempo, però, c’è anche chi ha deciso di disporre una politica di rimborso del tutto speculare al vecchio Cashback, seppure con sostanziali differenze. Un programma simile, offerto da enti privati come ad esempio Poste Italiane e con una strategia di rimborso del tutto attinente al Cashback di Stato. Un’iniziativa volta a favorire non solo i titolari di conto BancoPosta ma anche di PostePay Evolution o Carta di debito PostePay Business. La proposta è interessante e riguarda indifferentemente tutti i clienti di Poste. Il problema è che il rimborso arriverà solo in determinate circostanze e, peraltro, a una percentuale piuttosto bassa.
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Cashback di Poste: a quanto ammonta il rimborso
La tracciabilità dovrà essere rispettata a prescindere dagli incentivi statali. Certo è che, se dovesse esserci la possibilità di ottenere anche una minima percentuale di rientro della spesa sostenuta, sarebbe un peccato non approfittarne. Al Cashback di Poste si può aderire gratuitamente, con validità non solo nei punti di vendita fisici che aderiscono all’iniziativa ma anche nei negozi online. Le uniche operazioni escluse saranno quelle relative al trasferimento di fondi, la ricarica di carte prepagate, i pagamenti in ufficio postale così come quelli relativi ad alcune categorie merceologiche che verranno indicate da Poste Italiane. Per il resto, il meccanismo non si discosterà troppo dal vecchio sistema di rimborsi. Con la differenza tutt’altro che trascurabile che, in questo, l’iniziativa non è ad appannaggio dello Stato italiano.
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Non c’è molto da esultare tuttavia. Nemmeno il Cashback di Stato (escluso il maxi-rimborso da 1.500 euro del SuperCashback) garantiva rientri enormi ma quello di Poste sarà decisamente più basso. Il rimborso, infatti, sarà pari allo 0,5% dell’importo speso, per tutte le transazioni e solo sulla somma effettivamente addebitata e non stornata. La cosa buona è che non ci sarà bisogno di effettuare ulteriori richieste: il rimborso verrà accreditato direttamente sul conto in modo automatico, non appena raggiunta la soglia cumulativa di 5 euro. Oppure ogni trimestre, indipendentemente dall’importo accumulato.