Gli aumenti delle pensioni continuano a far sorridere gli italiani. A partire dal mese di marzo è previsto un ulteriore incremento che porterà l’attuale 1,6% all’1,7%.
L’adeguamento al costo della vita ha reso necessario un aumento delle pensioni nel 2022. La notizia era nell’aria da mesi e, finalmente, con l’arrivo del mese di gennaio tanti pensionati potranno verificare l’attendibilità della news. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva fissato l’incremento dell’1,7% ma un errore dell’INPS non ha fatto scattare immediatamente l’aumento completo. Nel mese di gennaio e febbraio, infatti, gli assegni pensionistici saranno maggiorati dell’1,6%, prima percentuale indicativa fornita dal Ministero. Di conseguenza, l’importo sarà inferiore rispetto a quanto stabilito dal cedolino che è in rete e può già essere controllato.
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Pensioni, aumenti reali a partire da marzo 2022
L’INPS ha sbagliato l’applicazione della percentuale relativa all’aumento delle pensioni stabilita ufficialmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Gli importi degli assegni per il mese di gennaio e per febbraio dipenderanno, dunque, dalla maggiorazione dell’1,6% e non dell’1,7%. I pensionati, però, non dovranno preoccuparsi dato che per marzo è previsto un conguaglio della cifra mancante e l’applicazione della giusta percentuale.
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Ecco perché tra un paio di mesi si potrà assistere a nuovi aumenti delle pensioni che risulteranno finalmente adeguate alle cifre imposte dal Mef. Questo è quanto comunicato dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, occorrerà attendere per verificare l’aggiornamento del calcolo.
Qual è l’incremento previsto sull’assegno pensionistico
Il 2022 è iniziato con un ritorno ai tre scaglioni Prodi che risultano più convenienti per lo Stato dato che creano un sistema del tutto simile a quello ideato per la nuova Irpef. Gli assegni aumenteranno in maniera differente in riferimento al trattamento minimo. La rivalutazione sarà del 100% in positivo qualora l’assegno previdenziale sia inferiore a quattro volte il trattamento minimo quindi per un massimo 2.062 euro; del 90% per importi compresi tra 2.062 e 2.578 euro ossia tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e, infine, del 75% per assegni dall’importo superiore a 5 volte di trattamento minimo, vale a dire 2.578 euro.
La stima INPS, dunque, è di aumenti delle pensioni di circa 25,50 euro per chi percepisce fino a 1.500 euro; di 34 euro per chi percepisce fino a 2 mila euro; di 41,76 euro per assegni fino a 2.500 euro; di 48,33 euro per 3 mila euro di pensione; di 54,70 euro per 3.500 euro; di 61,08 euro per 4 mila euro di pensione; di 67,45 euro per assegni di 4.500 euro e un aumento di 73,83 euro per gli assegni pensionistici di 5 mila euro.