Vediamo come cambiano le pensioni nel 2022 e in quali casi sono previsti degli aumenti sugli importi percepiti
Le pensioni sono sempre una tematica piuttosto calda. Le novità in merito sono in continuo divenire e per il 2022 sono previste alcuni cambiamenti piuttosto graditi da parte di chi le percepisce.
Per forza di cose gli importi erogati saranno soggetti a delle rivalutazioni dovuti crescita dell’inflazione, ovvero la perequazione e al taglio dell’Irpef stabilito dall’Esecutivo Draghi. Vediamo nello specifico cosa succederà e quali sono i possibili aumenti in vista.
Pensioni, momento nero: dalle trattenute ai controlli a tappeto, cosa aspettarsi
Pensioni: modifiche e adeguamenti previsti nel 2022
Come anticipato il primo fattore da tenere in considerazione è la perequazione automatica che è stata decisa dal decreto ministeriale dello scorso 17 novembre. Ciò comporterà una rivalutazione dell’1,7% sulle pensioni così come stabilito dall’Inps.
Come riportato da Il Giornale, in base a quanto stabilito dal decreto, il trattamento minimo INPS passerà da 515,58 euro mensili a 523,83 euro. Per quanto riguarda invece l’assegno sociale l’adeguamento previsto è da 460,28 euro a 467,65 euro.
Adeguamento al 100% per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo, ovvero 2.062 euro, mentre per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo la percentuale di rivalutazione è del 75%. Per gli assegni superiori si applica la percentuale di adeguamento del 75%.
Le novità non finiscono qui. Infatti per l’anno appena iniziato va considerato anche l’aumento degli importi che potrà arrivare fino a 700 euro. Inoltre, il taglio dell’Irpef non toccherà soltanto i lavoratori dipendenti, bensì anche gli autonomi. Il 36% delle risorse ricavate dal taglio delle tasse sarà destinato ai pensionati.
Pensioni, quali aumenteranno di più nel 2022: ecco gli importi
Il 2022 si preannuncia un anno proficuo anche per quanto concerne l’uscita dal lavoro e il conseguente accesso alla pensione. Spazio a Quota 102 (almeno per l’intero anno solare) che prevede 64 anni di età e 38 di contributi. Nel mese di maggio spazio alla pensione anticipata per i dipendenti privati. Quelli pubblici invece dovranno pazientare fino ad agosto.
Confermate Opzione Donna e Ape Sociale. Quest’ultima in particolare è stato rimodulata in modo tale da poter abbracciare una platea più ampia di beneficiari.