Non tutte le forme di diabete consentono prestazioni di indennità economiche. Alcune, però, permettono di accedere a contributi importanti.
Sono numerose le patologie che permettono di ottenere un’indennità da parte dell’Inps, in quanto invalidanti nell’immediato o nel corso del tempo. Non vanno dimenticate, però, quelle patologie che non conferiscono uno stato di inabilità totale, pur non mancando di far sentire i loro effetti sui contribuenti che ne soffrono. In pratica, gli aiuti economici vengono riconosciuti dall’Inps sotto forma di indennità per una larga serie di situazioni mediche, con limitazioni e menomazioni più o meno gravi. Chiaramente, ogni patologia rientrante nel novero conferisce a chi ne soffre dei disturbi tali da ridurre la capacità di svolgere le proprie mansioni professionali. Gli stati invalidanti sono regolati da apposite tabelle dell’Inps, anche se l’incidenza sulla persona è variabile.
Per quanto riguarda le indennità, l’Inps riconosce ad esempio 300 euro mensili a persone con disabilità media e Legge 104. E’ chiaro che ogni erogazione di questo tipo debba necessariamente passare dal riconoscimento della condizione di invalidità, ad appannaggio dei medici legali. Anche questo tipo di valutazione può essere fatta in modo preliminare consultando le tabelle Inps, così da capire il punteggio assegnato alle varie patologie. E’ innegabile, infatti, che alcune più di altre incidano fin da subito nel regolare svolgimento del lavoro e della vita quotidiana. Altre, però, i loro effetti li fanno sentire magari a lungo termine, risultando lo stesso fortemente compromettenti. Un caso esemplificativo è quello del diabete.
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Diabete e glicemia scompensata: quanto spetta di indennità Inps
Considerando i suoi effetti deleteri sull’organismo umano, specie nei casi più gravi, il diabete rientra pienamente nel quadro delle patologie invalidanti. E, nondimeno, fra quelle che conferiscono un immediato diritto a dei contributi economici a compensazione delle limitazioni. Ad esempio, in caso di diabete scompensato o di glicemia fortemente variabile, la Commissione Inps riconosce un’indennità pari a 280 euro. Al fine di determinare l’effettiva gravità della malattia, si monitoreranno i livelli di zucchero nel sangue e, soprattutto, la loro oscillazione. Sono i diabetologi stessi a fornire i parametri, individuando i valori che permettono di riconoscere sia il pre-diabete che il diabete di tipo 2. Proprio per la sua natura logorante, tale malattia vede riconosciute a chi ne soffre anche un’altra serie di agevolazioni.
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Chi non gode della 104, ad esempio, potrà richiedere fino a 30 giorni di permessi retribuiti senza accertamento tramite visita fiscale. Necessari, però, anche alcuni requisiti a livello contributivo. L’Inps, infatti, prevede che il beneficiario degli assegni ordinari di invalidità possieda un’anzianità contributiva perlomeno di 5 anni, senza distinzione fra settore privato e pubblico, così come fra autonomi e dipendenti. Chiaramente, a questi si affiancheranno i requisiti sanitari, certificati sia da apposita documentazione medica che dalla verifica della Commissione medica dell’ente. Bisogna tener presente che non tutte le forme di diabete conferiscono sostegni immediati ma solo quelle maggiormente invalidanti, con limitazioni evidenti nello svolgimento delle proprie mansioni. Figura in questa categoria il diabete mellito scompensato, con invalidità concessa fra l’81% e il 90%.