I bonifici rientrano appieno fra gli strumenti di pagamento tracciabile. Ma non sono i soli soggetti a verifica da parte del Fisco. Ecco gli insospettabili.
Gli strumenti di pagamento tracciabile, nel 2022, saranno i protagonisti diretti della lotta all’evasione fiscale. Il Cashback è ufficialmente andato in pensione ma la lotta ai contanti continua a essere all’ordine del giorno nell’agenda del Governo. E per far questo, sono stati già disposte delle soluzioni volte a incentivare il ricorso a carte, bancomat e bonifici per effettuare i vari pagamenti. Anche di importo minore. Dal punto di vista degli esercenti, invece, si cercherà di implementare la dotazione del Pos, disponendo peraltro delle pesanti sanzioni (anche se solo a partire dal 2023, quando scatterà l’obbligo definitivo) per chi rifiuterà di accettare anche dei pagamenti di importo minimo.
A questo proposito, il ricorso ai sistemi tracciabili non riceverà più un “premio” come quello del Cashback. Tuttavia, almeno per quanto riguarda i bonifici, si manterrà la possibilità di godere di alcune agevolazioni fiscali, fruibili esclusivamente con l’utilizzo di un sistema di pagamento di questo tipo. E’ bene sapere, però, che accanto alle agevolazioni sarà disposto anche un capillare sistema di controllo. Questo per far sì che l’Agenzia delle Entrate possa verificare il rispetto delle condizioni essenziali per usufruire dell’eventuale incentivo, oltre che consentire l’applicazione della normativa di rimborso sulle tasse. In questo senso, la causale dei bonifici diventa solo una variabile relativa.
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Bonifici, la lente sui pagamenti in contanti: cosa controlla il Fisco
Quando si parla di bonifici, la causale è il requisito essenziale per verificare l’attendibilità del pagamento e, soprattutto, la sua destinazione. Al fine di detrarre le tasse, inoltre, diventa fondamentale. La dicitura, infatti, dev’essere precisa per far sì che l’agevolazione sia applicata. L’Agenzia delle Entrate monitora in questo modo la corrispondenza fra bonifico e fattura proprio attraverso un riscontro della causale. Guai, però, a pensare che sia solo la causale a rendere vigile il Fisco sui nostri movimenti di denaro. Più di questo, infatti, sono le operazioni su conto con carta prepagata a far destare l’attenzione sui nostri soldi, specie dopo l’introduzione delle nuove restrizioni sull’uso del contante proprio a partire dal 2022. La prima e più nota delle quali riguarda il limite di pagamento: da 1.999,99 euro a 999,99, con arrotondamento persino per difetto.
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Occhio, quindi, a prelevare somme importanti agli sportelli bancomat. Sarebbe il modo più semplice per scattare accertamenti fiscali, specie perché in caso di operazioni troppo onerose la banca sarebbe costretta a comunicarle all’Unità di informazione finanziaria. Il limite sarà valido anche se il pagamento dovesse essere frazionato in più soluzioni. Accanto a questa, anche altre operazioni potrebbero attirare interesse da parte dell’amministrazione finanziaria. Alcune transazioni effettuate con carte prepagate, infatti, sono parimenti una modalità di pagamento soggetta a verifiche. Bankitalia, a questo proposito, ha fatto sapere che gli intermediari finanziari sono avvertiti del rischio di prelievo di denaro contante in somme superiori al consentito proprio tramite prepagate. Attenzione, perché alle causali dei bonifici si presta attenzione. A quest’altro aspetto, invece, si tende a dare diverse cose per scontate.