Bankitalia ha fatto un raffronto tra le spese di gestione dei conti correnti bancari. Ecco quali convengono di più e quanto costano mediamente i canoni annuali
Aprire un conto corrente bancario comporta naturalmente dei costi. Stando alle ultime rilevazioni di Bankaitalia, mediamente un c/c aperto in banca costa circa 90,20 euro all’anno. Un equivalente online comporta un esborso di appena 21,40 euro.
Una differenza considerevole che i fruitori non possono ignorare, frutto di una struttura tariffaria più conveniente, piuttosto che dalla diversa composizione dei servizi messi a disposizione.
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In virtù di ciò l’obiettivo è quello di abbassare i suddetti costi e poter beneficiare del proprio conto bancario senza dover sottostare a canoni così ingenti. Nei conti tradizionali l’aumento delle spese fisse è dovuto principalmente ai canoni di base. Le spese variabili tendono a ridursi in virtù della diminuzione dei clienti allo sportello per via dell’emergenza sanitaria.
Chi non dispone di un conto online può comunque cercare di risparmiare sui costi per le commissioni. Oltre a ricorrere ai canali informatici, si possono domiciliare le bollette ed effettuare prelievi con il bancomat anziché con la carta di credito. Per questa operazione meglio avvalersi dei distributori del proprio istituto di credito, in modo da evitare le spese di commissione.
Non superare mai il tetto limite concordato con la banca e non andare mai in debito sono gli altri due viatici verso la strada del contenimento delle spese. Tornando strettamente alla questione dei canoni, a fare la differenza tra conto tradizionale e conto online è anche una minor spesa per l’emissione e la gestione delle carte.
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Per i conti online inoltre l’aumento degli oneri fissi è meno pronunciato della corrispondente flessione delle spese variabili, così come precisato da Bankitalia. Il trend per i c/c aperti in rete vede una diminuzione delle transazioni effettuate, fatta eccezione per i bonifici, che sono sempre e comunque all’ordine del giorno.