Vediamo a quali rischi e sanzioni vanno in contro coloro che non dichiarano tutti i possedimenti al momento della domanda dell’ISEE
Gennaio è notoriamente tempo di ISEE, che una volta redatto sarà valido per tutto l’anno e potrà essere utile per ottenere diversi sgravi. Il primo passo è quello di contattare un commercialista o un CAF per farlo calcolare. Naturalmente serve un grosso apporto del soggetto interessato.
Quest’ultimo infatti dovrà fornire tutte le informazioni inerenti i propri possedimenti senza omettere nulla e soprattutto fornendo elementi veritieri. In caso di comprovate dichiarazioni mendaci scattano delle sanzioni di non poco conto, soprattutto da un punto di vista economico.
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Se il contribuente omette di presentare uno dei documenti richiesti o di occultare qualche possedimento, può comunque essere controllato dal Fisco. A quel punto se l’organo preposto alla verifica riscontra delle anomalie, invia al soggetto in difetto una comunicazione in cui vengono riportati tutti i rapporti finanziari che non sono stati inseriti nel computo ISEE.
A quel punto si può andare in contro a sanzioni anche piuttosto pesanti. La legge a riguardo prevede una sanzione amministrativa di una somma di importo triplo rispetto a quella percepita.
Facendo un esempio, se non viene dichiarato il conto corrente ci si può vedere comminato un importo pari a tre volte l’agevolazione ricevuta in funzione del falso ISEE. Può essere compresa tra 5.164 euro e 25.822 euro. Non ci sono rischi per quanto riguarda il penale.
Si può rimediare alla situazione entro 10 giorni, entro i quali si possono apportare delle modifiche alla domanda precedente. Inoltre è necessaria un’integrazione alla prima dichiarazione dei redditi presentata.
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Insomma, c’è ben poco da scherzare. Questa prassi va espletata con serietà e diligenza onde evitare di precipitare in una situazione al quanto ingarbugliata, che potrebbe portare molti problemi e annullare i potenziali benefici derivanti dall‘ISEE. Anche per questo è bene scegliere attentamente la persona o l’organo a cui richiedere questa delicata faccenda.