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Bonus e indennità

Legge 104, i due anni di congedo non spettano solo al coniuge: chi lo avrebbe detto?

Capiamo bene nello specifico, a chi spettano alcuni diritti che fanno parte della Legge 104: non ne beneficia solo il coniuge.

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Sapere quali sono tutte le patologie che danno diritto all’accesso alla Legge 104, ora è ancora più importante. Questo, perché non sono moltissimi quelli che sanno perfettamente in che modo sfruttare correttamente la possibilità di accedervi. Per esempio, diversi familiari del richiedente, possono beneficiare di alcuni fattori ad essa legata e non soltanto il coniuge.

Tra le cose di cui poter beneficiare con questa legge, c’è il congedo pagato dall’INPS. Esso dura due anni e non solo il coniuge del richiedente, potrà accedervi. Capiamo bene cosa si può fare per averlo.

Quello che non tutti sanno sulla Legge 104

Per congedo straordinario si intende quel periodo di aspettativa retribuita che viene concesso al lavoratore che assiste un familiare gravemente disabile. I dipendenti potranno usufruirne per un massimo di 2 anni per ogni assistito, nell’arco della sua vita lavorativa. Ovviamente, non tutti i familiari potranno poi richiedere questa possibilità, che spetta però al parente che si farà carico delle cure dell’ammalato.

Ecco l’ordine dei casi da seguire, per sapere chi può usufruirne:

  • Il coniuge convivente o unito civilmente che convive con la persona disabile;
  • Uno dei figli conviventi della persona gravemente disabile se il coniuge convivente o i genitori siano mancanti o affetti da patologie invalidanti;
  • La madre o il padre della persona disabile solo in caso di mancanza, decesso o grave stato invalidante del coniuge convivente;
  • Una sorella oppure un fratello, convivente della persona con disabilità grave, in caso di mancanza o patologie invalidanti dei soggetti di cui sopra;
  • Un parente o affine convivente entro il terzo grado di parentela qualora tutti i precedenti siano mancanti, deceduti o impossibilitati da grave patologia.

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Il congedo straordinario poi, dà diritto anche ad una percentuale di retribuzione, riconoscibile nell’indennità di congedo pari all’ultima retribuzione percepita entro determinati limiti. Il familiare, ha anche diritto di richiedere l’accredito dei contributi figurativi utili al pensionamento, entro i limiti previsti dalla legge. A farsi carico dell’indennità durante il periodo di congedo, sarà l’INPS. Essa, spetta anche ai beneficiari con un lavoro part-time. In questo caso, le ore che spettano vengono calcolate in base alle ore di lavoro.

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Vincenzo Capuano