Alcune patologie particolari, come quelle uditive, concedono un assegno di frequenza anche ai minorenni. Un territorio eroga addirittura un importo superiore.
La Legge di Bilancio, vera protagonista della vita politico-economica dei mesi finali del 2021, porterà in dote diverse novità. Alcune delle quali, volte a potenziare i sistemi di assistenza per coloro che soffrono di determinate patologie in grado di compromettere l’attività lavorativa. Nei giorni scorsi, l’Inps ha ufficialmente corretto la rotta, permettendo a coloro che lavorano di continuare a percepire l’assegno di invalidità. Ma l’Istituto di Previdenza sociale focalizza la sua attenzione anche su altre situazioni limite, concedendo agevolazioni ad hoc in caso di malattie croniche che sopraggiungono ben prima di aver raggiunto la cosiddetta vecchiaia.
In queste circostanze, infatti, il limite anagrafico è spesso relativo. Ad alcuni particolari contribuenti, in situazione di difficoltà sanitaria, vengono erogati dei contributi specifici, volti a sostenere sia le spese mediche per le patologie di cui soffrono, sia le eventuali assistenze domestiche di cui hanno bisogno. Questo accade soprattutto in caso di difficoltà nella deambulazione o nell’assolvimento delle principali mansioni quotidiane. In alcuni casi, come detto, l’età anagrafica è relativa. Diverso, invece, il discorso per quel che concerne le eventuali certificazioni attestanti lo stato di disabilità o di invalidità. Le Commissioni Inps svolgono dei controlli appositi prima di concedere le proprie agevolazioni. Anche se non è sempre così.
In alcuni casi si valuta soprattutto le difficoltà oggettive che il contribuente incontra nello svolgimento delle mansioni quotidiane. Alcune patologie, infatti, comportano problematiche estremamente limitanti, anche in giovanissima età. Ecco perché l’Inps dispone assegni ad hoc, senza considerare l’anagrafica e, indifferentemente, sia per coloro che lavorano che per chi è costretto a restare a casa. La limitazione dell’autonomia per patologie uditive, ad esempio, vede riconosciuta la cosiddetta indennità di frequenza per coloro che ne soffrono già dalla minore età. Dopodiché, al compimento dei 18 anni, scatterebbe il “tradizionale” assegno di assistenza, valido fino ai 65 anni (dopodiché scatterà direttamente la pensione di invalidità). Con tali patologie, senza limiti di età, saranno quindi assegnati 440 euro per un anno, alla presentazione del responso della Commissione legale dell’Inps.
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Una volta ottenuta l’indennità, per una percentuale almeno del 74%, si avrà diritto al riconoscimento dell’assegno mensile. Solitamente, lo schema è quello sopra esposto. Tuttavia, alcuni territori come la Provincia autonoma di Bolzano, elargisce assegni ai disabili parziali anche se minorenni. Per l’indennità di frequenza generica, invece, spetta un assegno pari a 442,35 euro per il 2021, con percentuale d’invalidità compresa per l’appunto fra il 74% e il 99%. La Provincia di Bolzano alza addirittura ulteriormente l’importo per chi rientra nella fascia 0-18 anni. Una disposizione legittima, adottata a livello territoriale e che, di fatto, riconosce una sorta di assistenza piena a livello previdenziale anche ai minori.