La conservazione delle bollette può essere fondamentale. Attenzione ai termini variabili da una fattura all’altra: perlopiù 48 mesi ma…
E’ vero, gli archivi nei propri armadi possono risultare fastidiosi. Eppure, quasi per un’abitudine inconscia, la maggior parte di noi fatica a gettare via le vecchie fatture. Vale per tutto, bollette in primis. Ed è una buona cosa, perché tenere i pagamenti delle proprie utenze per un certo numero di anni è necessario, nonostante lo spazio occupato nei vari cassetti vada inevitabilmente ad aumentare. Luce e gas soprattutto, ma anche acqua: tutto viene archiviato, al fine di avere sottomano la memoria storica dei pagamenti in caso di eventuali contestazioni.
In sostanza, gestire le bollette è fondamentale. Non tanto per una corretta abitudine nel monitorare costantemente i nostri pagamenti, quanto per avere in mano qualcosa di concreto per evitare determinate problematiche. Solleciti o distacchi, nell’ipotesi peggiore, possono essere facilmente contestati nel momento in cui si è in possesso delle varie fatture. In questo senso, le bollette possono valere parecchi soldi. Quelli versati per onorarle ma anche quelli risparmiati nei casi sopracitati.
Va comunque ricordato che esiste un limite temporale della valenza legale delle bollette, decaduto il quale non sarà più possibile reclamare pagamenti. Si tratta comunque di termini variabili a seconda della fornitura in questione. La variazione, in genere, si aggira fra i 2 e i 5 anni, anche se ormai da qualche anno il limite temporale si è ridotto definitivamente a 48 mesi. Questo il termine minimo di conservazione a scopo cautelativo di una bolletta, tendenzialmente nemmeno troppo attenzionato dal momento che l’archiviazione delle fatture è una pratica quasi automatica dei contribuenti.
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Restando ai termini legali, il più esteso riguarda il Canone Rai: 10 anni di conservazione delle varie fatture (allegate nella maggior parte dei casi a quelle dell’elettricità). Dimezzati i tempi, invece, per il telefono: la bolletta in questione dovrà infatti essere tenuta per 5 anni, mentre per mutui, finanziamenti, rate del condominio e affitti varranno i 48 mesi. Diverso il discorso per le bollette dell’elettricità, del gas e dell’acqua. Tutte, a partire da date diverse, (rispettivamente 1/03/2018, 1/01/2019 e 1/01/2020) richiedono i due anni di conservazione. Per tutte le fatture antecedenti varranno i cinque anni. Naturalmente, tutto questo vale per i bollettini classici: con il pagamento online o la domiciliazione bancaria il problema non ci sarebbe nemmeno.