La pensione tra 20 anni? Un grande buco nero che ci risucchierà

L’importo della pensione tra 20 anni sarà meno del 50% dello stipendio. Previsioni funeste che terrorizzano i lavoratori di oggi.

euro pensione
Pixabay

Dimentichiamoci il periodo della pensione come il meritato riposo dopo una vita di lavoro intenso. Le previsioni sono di importi sempre più bassi e tra venti anni una lauta ricompensa sarà solamente un miraggio. Le ipotesi più nere riportano la possibilità che l’assegno pensionistico corrisponda a meno della metà dello stipendio percepito. Un vero e proprio buco nero dal quale si aspettano di essere risucchiati tutti i lavoratori quarantenni di oggi. La causa del mal è da ritrovare nel sistema di calcolo della pensione stessa, sistema che a questo punto si spera possa essere modificato per non impoverire una grande fetta della popolazione.

Pensione tra 20 anni, il calcolo impensierisce i lavoratori

Il problema alla base di bassi importi della pensione tra 20 anni risiede nel calcolo con il sistema contributivo puro. Parliamo della liquidazione della rendita in base ai contributi versati. Più contributi si avranno, maggiore sarà la rendita. Inoltre, un’altra variabile dell’importo sarà l’età pensionabile a cui è applicata un coefficiente di trasformazione sul montante contributivo. La rendita risulterà più alta uscendo tardi dal mondo del lavoro.

In generale, dunque, il sistema è a capitalizzazione dato che l’incidenza maggiore è data dalla somma versata negli anni alle Gestioni Previdenziali. Appurata la procedura di calcolo, quanto si percepirà di pensione tra 20 anni?

Leggi anche >>> Pensione, l’accredito non ha più segreti grazie all’app IO

Come calcolare l’importo dell’assegno

Brutta notizia per i lavoratori di oggi sulla pensione di domani. L’importo dell’assegno non sarà un prolungamento dello stipendio, una somma di poco più bassa rispetto alla retribuzione mensile. Il calcolo misto in atto ha già ridotto la pensione e la diminuzione sarà ancora più netta quando nel 2035 si passerà al regime contributivo puro. Si parla di una perdita del 63% circa sull’ultimo stipendio per un lavoratore che ha alle spalle 40 anni di contributi.

In caso di interruzioni del lavoro, perdita dell’occupazione, entrata in ritardo nel mondo del lavoro, la percentuale si abbasserà ulteriormente rendendo ancora più spaventose le previsioni per tanti lavoratori. La povertà è dietro l’angolo per un numero elevato di persone e urge un sistema che impedisca che ciò accada. Si pensa alla protezione sociale in associazione a pensioni di garanzia in modo tale da garantire un importo minimo che eviti di rientrare tra i futuri poveri. L’alternativa sono i fondi pensione per cercare di integrare la pensione e vivere dignitosamente.

Gestione cookie