Pensione di invalidità, ora è ufficiale: sospiro di sollievo per tutti i lavoratori

L’Inps chiarisce che l’assegno di invalidità spetterà anche a chi svolge un lavoro (secondo limiti reddituali). Resta il nodo aumento per gli invalidi dal 74% al 99%.

Pensione di invalidità
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Durante le discussioni relative alla nuova Legge di Bilancio, è più volte venuto fuori il tema della pensione di invalidità e delle nuove agevolazioni previste per chi versa in stato di disabilità. Un messaggio dell’Inps, datato allo scorso ottobre, aveva fatto tremare i percettori dell’indennità ancora al lavoro, paventando la possibilità di ritirarla anche se l’interessato fosse rientrato nei limiti di reddito previsti. Una decisione che, alla fine, non si è concretizzata. Anzi, nella giornata di ieri l’Inps ha rilasciato il messaggio n. 4689/2021, nel quale ha di fatto mandato in soffitta la comunicazione precedente, stabilendo che l’assegno di invalidità, per chi si è visto attribuire una percentuale fra il 74% e il 99%, sarà valido anche in presenza di un’attività lavorativa.

Restano chiaramente i limiti reddituali ma si tratta comunque di un sospiro di sollievo tirato dopo lo spavento avuto in autunno. L’invalido percepirà quindi l’assegno anche qualora svolga un lavoro che integri parzialmente il piano reddituale, a patto che questo sia inferiore a 4.931 euro. Si salvano in calcio d’angolo anche coloro che si erano visti respingere la domanda in virtù della precedente comunicazione. Le richieste saranno infatti riesaminate in base all’ultimo messaggio a tema rilasciato dall’Inps.

Pensione di invalidità, resta il nodo sull’aumento

Chiarito un punto focale, resta da capire se la Manovra porterà qualche margine per il promesso aumento per le pensioni di invalidità per i percettori fra il 74% e il 99%. L’unico aumento, per ora, ha riguardato gli invalidi al 100%, che beneficeranno dell’incremento al milione. In questo modo, l’assegno potrebbe passare da 287 euro al mese a un tetto massimo di 651 mensili, importo variabile in base ai diversi redditi personali dei percettori. Tale prestazione è destinata agli invalidi civili totali, sia in caso di sordità e cecità assoluta che di inabilità totale. L’assegno, in questi termini, è erogabile a tutti i maggiorenni in tali condizioni di invalidità. Gli importi variano a seconda dei redditi (inclusi quelli esenti ai fini Irpef): il tetto di 8.469,63 euro riguarderà il richiedente non coniugato, mentre il reddito complessivo di 14.447,42 euro sarà valido per i nuclei familiari.

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Lo stesso tipo di aumento dovrebbe essere esteso anche a chi è inquadrato in percentuali di invalidità comprese fra il 74% e il 99%. Questo perché, secondo le associazioni di categoria, soprattutto in caso di invalidi al 99% le condizioni risultano del tutto speculari al 100%. Considerando che le percentuali in questione danno comunque diritto all’assegno di invalidità, le associazioni evidenziano una disparità di trattamento. Rivedibile con un allargamento del ventaglio dell’aumento al milione. Per le risposte non ci sarà da aspettare molto, visto che arriveranno in Manovra. Nell’attesa, resta valido lo strumento della maggiorazione contributiva, utile per il riconoscimento di due mesi di contributi figurativi per anno, fino a un massimo di cinque anni. Un anticipo della pensione senza pressioni o modifiche dell’assegno finale.

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