Tenere somme immobili sul conto corrente potrebbe costare caro alla lunga. Alcuni strumenti di investimento possono fruttare soldi inaspettati.
I soldi sul conto corrente, da sempre sinonimo di risparmio, potrebbero incappare in un futuro piuttosto nebuloso. A partire dal 2022, infatti, le regole sulla permanenza del denaro sul conto si faranno più stringenti, sia per la volontà delle banche di non trattenere troppo denaro in giacenza, sia per gli effetti deleteri di somme immobili trattenute per lungo tempo. Una prima stretta è già arrivata, con alcuni istituti di credito pronti a chiudere i conti troppo elevati e con importi pressoché inutilizzati su canali di investimento. Questo perché la gestione dei soldi, in un periodo di tassi non offrono grossi rendimenti, rappresenta più un costo che un guadagno.
L’obiettivo è incentivare i clienti a impiegare il proprio denaro piuttosto che tenerlo in giacenza, producendo un aggravio sia per chi gestisce il conto che per gli stessi correntisti. Questo per un motivo molto semplice: il conto corrente si presenta come uno strumento utile per il pagamento, mentre non offre di per sé possibilità di investimento, come avviene per esempio con i Buoni postali. Al fine di evitare i costi dell’imposta di bollo, i soldi sul conto non dovranno superare il limite di 5 mila euro. In pratica, su tale strumento dovrà essere conservato il denaro sufficiente a coprire le spese, senza estenderne troppo la giacenza.
I soldi lasciati in giacenza senza investimento, finirebbero per provocare un effetto stagnazione, deleterio per qualsiasi economia. Il problema, molto spesso, è che i titolari del denaro non sanno come impiegarlo, incappando in un errore piuttosto comune. Sì, perché lasciare un’eccessiva liquidità sul conto porterà, pur senza grossi annunci, a un impoverimento progressivo. Sia per le spese di gestione che per l’inflazione, crescente in caso di indebolimento del potere d’acquisto. Il bello è che evitare di incorrere in situazioni simili è più facile di quanto non si pensi. Accumulare capitale in un lasso di tempo variabile è infatti possibile anche stanziando somme estremamente basse, anche fossero 50 euro.
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In questo caso, si parla del cosiddetto “costo opportunità”. La tendenza al risparmio è propria di ogni contribuente, che accumula somme di denaro progressivamente al fine di creare un bacino di liquidità utile a esigenze future. Anche in questo caso, però, si commette un errore comune. Ovvero quello di tenere le somme in questione sul proprio conto, accumulando ad esempio 100 o 200 euro al mese senza tuttavia far fruttare alcuna cifra. Eppure, investire gli stessi importi su strumenti in grado di rendere percentuali interessanti, consentirebbe alla lunga di ottenere cifre estremamente importanti. Qualora si volesse optare per i mercati azionari, gli ETF rappresentano una garanzia, visto che nell’ultimo decennio hanno reso anche il 15%. In fondo è sempre una questione di equilibrio fra necessità immediate e pensieri per il futuro.